Page 289 - Dizionario di Filosofia
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L’insistenza sul carattere convenzionale ed « economico » dei concetti scientifici, la
rinuncia all’ideale di una descrizione completa e oggettiva dei fenomeni, la messa in
luce della natura puramente operativa e anticipatoria dei procedimenti della scienza,
sono i tratti più caratteristici dell’epistemologia moderna. (V. GNOSEOLOGIA,
METODOLOGIA, SCIENZA.)
EPITTÈTO, in gr. Epīktētos, filosofo stoico (Gerapoli, Frigia, verso il 50 d.C. -
Nicopoli, Epiro, tra il 125 e il 130). Le vicende della sua vita non ci sono note nei
particolari. A Roma, dove fu schiavo di Epafrodito, liberto di Nerone, poté seguire
le lezioni del filosofo stoico Musonio Rufo. Dopo essere stato affrancato, si dedicò
alla filosofia e insieme con tutti gli altri filosofi fu bandito da Domiziano con un
senatoconsulto del 94. Rifugiatosi a Nicopoli, aprì una scuola dove dispiegò
un’azione di grande peso e influenza. Tra i suoi discepoli ebbe Arriano di
Nicomedia, il quale ci ha tramandato il pensiero del maestro in due opere, redatte
sulla base degli appunti raccolti durante le lezioni: Colloqui (o Dissertazioni)
[Diatríbai] in otto libri, di cui quattro sono giunti fino a noi, e il Manuale
(Enchiridion). Con Epitteto lo stoicismo diviene quasi esclusivamente una
concezione morale, senza preoccupazione di ordine teoretico. La sua dottrina si
ricollega alle posizioni più rigorose dello stoicismo antico e, attraverso di esse, alla
morale cinica. I compromessi pratici dello stoicismo medio, con tutta la casistica dei
« preferibili », non trovano buona accoglienza presso di lui. Tutte le passioni sono
una malattia dell’anima e il saggio si libera da esse vivendo in conformità con la
natura, che è quanto dire secondo ragione. La libertà è nell’accettazione aristocratica
e consapevole della necessità degli eventi. La felicità sta nella conquistata
atarassia, o imperturbabilità: il filosofo sa in primo luogo distinguere le cose che
dipendono dall’uomo, come l’intelligenza e la volontà, da quelle che non dipendono
da lui, come la ricchezza, la salute e simili. Egli si preoccupa solo delle prime e
resta indifferente alle seconde. L’indifferenza (adiaforia) si realizza mediante il
controllo di se stessi di fronte alle vicende della fortuna: non si può sopprimere la
malattia, dal momento che l’uomo ne è soggetto, ma si può sopprimere l’idea di essa.
Il Manuale, che compendia i principi delle Diatríbai, può essere letto in italiano
nella classica traduzione di G. Leopardi.
Bibliogr.: Manuale, trad. it. di G. Leopardi, a cura di G. Calogero, Firenze 1936;
Epiteto, le Diatribe e i frammenti, Bari 1960; su E.: A. Bonhöffer, Epictet und die
Stoa: Untersuchungen zur Stoischen Philosophie, Stoccarda 1890; A. Jagu,
Epictète et Platon, Parigi 1946; J. Bonforte, The philosophy of Epictetus, Nuova
York 1955; E. Riondato, Epitteto I: esperienza e ragione, Padova 1965; A. Bodson,
La morale sociale des derniers stoïciens, Sénèque, Epictète et Marc Aurèle, Parigi
1967.
EPOCHÈ (gr. epoche, arresto, sospensione). Sospensione del giudizio, presso gli
scettici greci.
• Nella fenomenologia di Husserl, atto con cui « si mette tra parentesi » l’esistenza
contingente delle cose per attingerne la pura essenza, nel senso che il soggetto
pensante per conoscere il valore deve sottrarsi alle suggestioni emotive e proiettare