Page 282 - Dizionario di Filosofia
P. 282
particolarmente la materia, a manifestazione dell’energia. (Ha il suo maggior
rappresentante nel filosofo e chimico tedesco Ostwald.)
ENERGÌA (gr. enérgeia). In Aristotele, la realtà nel suo concreto realizzarsi, in
contrapposizione alla realtà potenziale (dýnamis).
ENESIDÈMO, in gr. Ainēsídēmos, filosofo scettico greco (Cnosso I sec. a.C. [?]).
Poco sappiamo della sua vita, se non che insegnò ad Alessandria. Compose otto libri
d i Discorsi pirroniani, andati perduti, dedicati a un Elio Tuberone, suo
condiscepolo all’Accademia, che è stato identificato dagli studiosi con l’omonimo
amico di Cicerone, ciò che ha permesso una collocazione dell’attività di Enesidemo
nella seconda metà del I sec. a.C. Egli volle ricondurre al pirronismo lo scetticismo
dell’Accademia, dopo le deviazioni in senso dogmatico di Antioco di Ascalona e di
Filone di Larissa. A lui risalgono, forse, i dieci argomenti (trópoi o tópoi) atti a
giustificare la scettica sospensione del giudizio.
ENGELS (Friedrich) teorico tedesco del socialismo (Barmen, Wuppertal, 1820 -
Londra 1895). Nato in una ricca famiglia di industriali luterani, entrò in contatto con
i giovani della sinistra hegeliana (Bauer, Strauss, Ruge, Stirner) a Berlino. Nel 1842
pubblicò anonimo Schelling e la rivelazione, in cui, criticando l’idealismo, sostenne
l’inconciliabilità tra rivelazione e filosofia. Nello stesso anno, a Colonia, presso la
redazione della Rheinische Zeitung, incontrò per la prima volta Marx; quindi partì
per Manchester, dove suo padre possedeva una manifattura tessile. Quivi, a contatto
diretto con la vita degli operai inglesi, poté osservare e descrivere quei fenomeni
sociali che sono oggetto della sua famosa opera La situazione della classe operaia
in Inghilterra (1845), con la quale Engels si affermò come il fondatore della
sociologia operaia. Durante questo soggiorno inglese si legò ai circoli cartisti e
owenisti, mentre da un nuovo incontro con Marx a Parigi (1844) nacque uno stretto
sodalizio spirituale e intellettuale che doveva interrompersi solo con la morte di
Marx. Insieme scrissero La sacra famiglia* (1845), critica dei giovani hegeliani;
L’ideologia tedesca* (1845-1846), che fu pubblicata integralmente per la prima
volta solo nel 1932, nell’URSS, e in cui sono esposti i capisaldi del materialismo
storico, e il Manifesto del partito comunista* (1848). Nella primavera del 1848
tornò in Germania, insieme con Marx e numerosi compagni della Lega dei comunisti,
per prendere parte alla rivoluzione appena iniziata, e, stabilitosi a Colonia,
collaborò alla Neue Rheinische Zeitung (1848-1849), di cui Marx era redattore
capo. Prese parte attiva dapprima alla sollevazione operaia di Barmen, sua città
natale, quindi, nel Palatinato, alle operazioni del corpo di volontari comandato
dall’ex ufficiale prussiano Willich, rivelando in questa occasione grandi capacità
tattiche. Dopo il fallimento della rivoluzione, riparò in Svizzera, in Francia e infine a
Manchester, dove riprese a lavorare nella fabbrica del padre, per garantire a Marx,
impegnato nella stesura del Capitale*, l’indipendenza economica. Nel 1870,
abbandonata l’attività industriale e trasferitosi a Londra, si dedicò integralmente agli
studi, stringendo la collaborazione con Marx al punto che è spesso difficile stabilire
esattamente quale sia stato il suo apporto alle opere pubblicate dallo stesso Marx.
Accanto all’attività di studioso, condusse un’instancabile opera politica quale