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fondamentale per la conoscenza la diretta e concreta esperienza e negano la presenza
nello spirito di idee innate. (Si contrappone a RAZIONALISMO.) Il contrasto tra
empirismo e razionalismo ha animato il pensiero filosofico lungo tutto il suo
svolgimento. Nella filosofia greca antica si distinguono le posizioni di Platone,
secondo cui i principi della conoscenza sono innati nell’anima umana, e di
Aristotele, che li ritiene frutto sia dell’esperienza sia della ragione. Gli epicurei, al
contrario, hanno sostenuto un empirismo integrale. In età moderna, Locke ha
sostenuto contro la teoria delle idee innate di Cartesio, che tutte le nostre
conoscenze sono originate dall’esperienza, sia esterna sia interna. Leibniz, che ha
cercato di conciliare i due punti di vista, ha sostenuto che i principi sono innati, ma
come semplici virtualità (virtualismo leibniziano), e che occorre l’esperienza perché
si trasformino in un conoscere vero e proprio (nihil est in intellectu quod prius non
fuerit in sensu, nisi intellectus ipse).
Nella filosofia di Hume, il quale ha portato l’empirismo alle sue estreme
conseguenze, e di Stuart Mill il concetto di esperienza è stato approfondito secondo
la linea indicata da Locke, nel senso che entrambi i filosofi hanno considerato frutto
dell’esperienza ogni contenuto di coscienza. Alla base di tale empirismo radicale è
la teoria dell’associazionismo, secondo la quale i pensanti giungono a concepire
principi ritenuti universali e necessari attraverso la sperimentazione: a forza, per
esempio, di sperimentare il tuono dopo la folgore, il soggetto pensa il rapporto di
causalità come un principio oggettivo, mentre in realtà esso è nato per
associazionismo da un’abitudine soggettiva.
Secondo il positivista Herbert Spencer i principi della conoscenza sono innati
nell’individuo e quindi a priori, ma dato che si sono costituiti attraverso le
generazioni umane per accumulazione di esperienza, essi sono anche a posteriori. In
questo senso Spencer tenta una conciliazione tra l’apriorismo kantiano e l’empirismo
di Stuart Mill, così come Leibniz aveva tentato di conciliare Cartesio con Locke.
L’empirismo logico è la recente dottrina del cosiddetto Circolo di Vienna, che in
modo originale mira a ridurre la conoscenza alla formazione di enunciati che
descrivono il contenuto dell’esperienza immediata (proposizioni protocollari) e che
vengono combinati tra loro secondo procedimenti tautologici.
Questo punto di vista è contestato da coloro che ritengono invece che la conoscenza
sia un continuo gioco dialettico e di scambio tra il momento sperimentale e il
momento teorico della ricerca.
Un atteggiamento empiristico può accompagnare posizioni filosofiche tra loro molto
diverse: materialistiche (Bacone, Hobbes), idealistiche o agnostiche (Berkeley,
Mach), oppure fenomenistiche (Condillac).
ENANTIÒSI (gr. enantíōsis, da enantíos, contrario). Nel sistema pitagorico, ciascuna
delle coppie di contrari da cui si origina tutta la realtà. (Esse sono dieci, enumerate
così da Aristotele: limite, illimitato; dispari, pari; unità, pluralità; destra, sinistra;
maschile, femminile; mobile, immobile; retta, curva; luce, tenebre; bene, male;
quadrato, rettangolo.)
ENERGETISMO o ENERGISMO. Dottrina filosofica che tende a ridurre tutta la realtà, e