Page 281 - Dizionario di Filosofia
P. 281

fondamentale per la conoscenza la diretta e concreta esperienza e negano la presenza

          nello  spirito  di  idee  innate.  (Si  contrappone  a RAZIONALISMO.)  Il  contrasto  tra
          empirismo  e  razionalismo  ha  animato  il  pensiero  filosofico  lungo  tutto  il  suo
          svolgimento.  Nella  filosofia  greca  antica  si  distinguono  le  posizioni  di  Platone,
          secondo  cui  i  principi  della  conoscenza  sono  innati  nell’anima  umana,  e  di
          Aristotele, che li ritiene frutto sia dell’esperienza sia della ragione. Gli epicurei, al
          contrario,  hanno  sostenuto  un  empirismo  integrale.  In  età  moderna,  Locke  ha

          sostenuto  contro  la  teoria  delle idee  innate  di  Cartesio,  che  tutte  le  nostre
          conoscenze sono originate dall’esperienza, sia esterna sia interna.  Leibniz, che ha
          cercato di conciliare i due punti di vista, ha sostenuto che i principi sono innati, ma
          come semplici virtualità (virtualismo leibniziano), e che occorre l’esperienza perché
          si trasformino in un conoscere vero e proprio (nihil est in intellectu quod prius non
          fuerit in sensu, nisi intellectus ipse).
          Nella  filosofia  di  Hume,  il  quale  ha  portato  l’empirismo  alle  sue  estreme

          conseguenze, e di Stuart Mill il concetto di esperienza è stato approfondito secondo
          la linea indicata da Locke, nel senso che entrambi i filosofi hanno considerato frutto
          dell’esperienza ogni contenuto di coscienza. Alla base di tale empirismo radicale è
          la  teoria  dell’associazionismo,  secondo  la  quale  i  pensanti  giungono  a  concepire
          principi  ritenuti  universali  e  necessari  attraverso  la  sperimentazione:  a  forza,  per
          esempio, di sperimentare il tuono dopo la folgore, il soggetto pensa il rapporto di

          causalità  come  un  principio  oggettivo,  mentre  in  realtà  esso  è  nato  per
          associazionismo da un’abitudine soggettiva.
          Secondo  il  positivista  Herbert  Spencer  i  principi  della  conoscenza  sono  innati
          nell’individuo  e  quindi a  priori,  ma  dato  che  si  sono  costituiti  attraverso  le
          generazioni umane per accumulazione di esperienza, essi sono anche a posteriori. In
          questo senso Spencer tenta una conciliazione tra l’apriorismo kantiano e l’empirismo
          di Stuart Mill, così come Leibniz aveva tentato di conciliare Cartesio con Locke.

          L’empirismo logico è la recente dottrina del cosiddetto  Circolo di  Vienna, che in
          modo  originale  mira  a  ridurre  la  conoscenza  alla  formazione  di  enunciati  che
          descrivono il contenuto dell’esperienza immediata (proposizioni protocollari) e che
          vengono combinati tra loro secondo procedimenti tautologici.
          Questo punto di vista è contestato da coloro che ritengono invece che la conoscenza

          sia  un  continuo  gioco  dialettico  e  di  scambio  tra  il  momento  sperimentale  e  il
          momento teorico della ricerca.
          Un atteggiamento empiristico può accompagnare posizioni filosofiche tra loro molto
          diverse:  materialistiche  (Bacone,  Hobbes),  idealistiche  o  agnostiche  (Berkeley,
          Mach), oppure fenomenistiche (Condillac).
          ENANTIÒSI (gr. enantíōsis, da enantíos, contrario). Nel sistema pitagorico, ciascuna

          delle coppie di contrari da cui si origina tutta la realtà. (Esse sono dieci, enumerate
          così da Aristotele: limite, illimitato; dispari, pari; unità, pluralità; destra, sinistra;
          maschile,  femminile;  mobile,  immobile;  retta,  curva;  luce,  tenebre;  bene,  male;
          quadrato, rettangolo.)
          ENERGETISMO o ENERGISMO. Dottrina filosofica che tende a ridurre tutta la realtà, e
   276   277   278   279   280   281   282   283   284   285   286