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ampliamento della teoria della relatività ristretta.

          Questi  studi  gli  valsero  la  nomina  a  professore  ordinario  di  fisica  teorica  presso
          l’università tedesca di  Praga (1911-1912) e poi quella di professore ordinario di
          matematiche  superiori  presso  il  politecnico  di  Zurigo  (1912-1913);  nel  1914  si
          stabilì definitivamente in Germania e nello stesso anno succedette a J. E. Van’t Hoff
          nella  direzione  del  Kaiser  Wilhelm  Institut,  a  Berlino.  Nel  1916  nella  memoria
          intitolata: Die  Grundlagen  der  allgemeinen  Relativitätstheorie,  espose  in  forma

          definitiva  la  sua teoria  della  relatività  generale,  dove,  in  base  al  postulato
          dell’equivalenza fra tutti i sistemi inerziali e non inerziali, formulò una nuova teoria
          della gravitazione in cui il campo gravitazionale generato da ogni corpo materiale è
          rappresentato  come  una  modificazione  delle  proprietà  geometriche  dello  spazio
          fisico.  Come  conseguenza  di  ciò,  la  geometria  euclidea  risultò  insufficiente  a
          descrivere le leggi secondo le quali i corpi si comportano nello spazio: infatti, la
          curvatura dello spazio, ipotizzata dalla teoria, induce a considerare la retta, il piano

          e le altre entità geometriche, il principio d’inerzia e le altre leggi classiche della
          teoria newtoniana della gravitazione universale, come casi limite validi solo, con
          grandissima  approssimazione,  per  lo  spazio  del  nostro  sistema  planetario.  La
          formulazione matematica della teoria fu possibile, in quanto Einstein adottò la nuova
          matematica  non  euclidea  formulata  da  Riemann  (v. RELATIVITÀ).  La  validità  delle
          affermazioni  contenute  nella  teoria  della  relatività  generale  fu  confermata

          sperimentalmente dalla rotazione delle ellissi delle orbite planetarie intorno al Sole
          (constatata per Mercurio); dal fenomeno dello spostamento verso il rosso delle righe
          spettrali  delle  stelle;  dalla  curvatura  dei  raggi  luminosi  per  effetto  dei  campi
          gravitazionali (constatata durante l’eclisse del 29 marzo 1919).
          Nel 1921 Einstein ricevette il premio Nobel per la fisica; nonostante ciò egli subì
          persecuzioni  razziali  da  parte  dei  nazisti  e  dei  nazionalisti  tedeschi  che  mal
          tolleravano  le  sue  convinte  posizioni  umanitarie  e  pacifiste.  Nel  1933  lasciò  la

          Germania  rifugiandosi  prima  in  Francia,  poi  in  Belgio,  in  Gran  Bretagna  e  infíne
          negli  Stati  Uniti,  dove  ebbe  una  cattedra  di  fisica  teorica  presso  l’Institute  for
          Advanced  Study  di  Princeton;  qui  Einstein  continuò  le  sue  ricerche  e,
          conseguentemente  ai  propri  ideali,  rifiutò  di  partecipare  alle  ricerche  per  la
          fabbricazione  della  bomba  atomica;  tuttavia,  con  una  lettera  indirizzata  a  F.  D.

          Roosevelt  (1939)  appoggiò  Fermi  e  Szilard  nella  loro  richiesta  di  finanziamenti,
          convinto che l’uranio poteva essere utilizzato quale importante fonte di energia per il
          bene dell’umanità. Nel 1950 pubblicò un’appendice alla terza edizione del suo libro
          The  Meaning  of  Relativity,  in  cui  formulava  alcune  ipotesi  sul  problema
          cosmologico  affermando,  tra  l’altro,  che  l’asserzione  di  un  inizio  dell’espansione
          dell’universo va considerata solo una singolarità in senso matematico; che l’universo
          va inteso come un’entità finita in espansione; che l’età dell’universo è maggiore di
          quella della Terra (ipotesi, questa, oggi confermata). Nel 1953 pubblicò una seconda

          appendice alla stessa opera con la quale esponeva i principi di una generalizzazione
          della teoria della relatività (teoria del campo unificato), mediante cui erano legate
          in  una  sola  relazione  le  teorie  della  gravitazione  e  dell’elettromagnetismo,  il  che
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