Page 274 - Dizionario di Filosofia
P. 274

riduzione eidetica  consiste  appunto  nell’operazione  per  cui  il  soggetto  contempla

          l’idea al di là dell’esperienza sensibile.
          EIETTO  (lat. eiectus,  part.  pass,  di eicere,  gettare  fuori).  Termine  che  indica  una
          sorta di oggetto immateriale che la coscienza proietta al di fuori di sé e nel quale
          essa ravvisa qualcosa di simile a se stessa. (Si distingue in tal senso dall’oggetto

          materiale, che nulla ha in comune con la coscienza.)
          EIMARMÈNE (gr. heimarménē, sorte). Termine usato particolarmente dagli stoici per
          indicare il fato.
          EINFÜHLUNG.  Termine  ted.  che  significa empatia  o partecipazione emotiva  e  che
          designa la teoria estetica che concepisce la creazione e la fruizione del bello come

          partecipazione e proiezione dell’io nella realtà rappresentata. Poiché la bellezza non
          è una qualità naturale dell’oggetto fisico, si deve concludere che un oggetto diventa
          bello per una sorta di fermentazione introdotta in esso da una presenza affettiva, che
          lo  riscalda  con  la  sua  interiorità,  enuclea  la  «  forma  »  nascosta  e  conferisce
          all’inerte « cosa » una carica simbolico-rappresentativa. La teoria dell’Einfühlung
          ebbe larga diffusione nell’estetica tedesca tra la fine del XIX sec. e l’inizio del xx,

          soprattutto in autori come M. Scheler e H. S. Langfelt.
          EINSTEIN (Albert), fisico di origine tedesca (Ulma, Württemberg, 1879 - Princeton,
          Stati  Uniti, 1955).  Fece i suoi primi studi a  Monaco; nel 1894, la sua famiglia si
          trasferì in Italia e più tardi in Svizzera. Nel 1896, Einstein fu ammesso al politecnico
          di Zurigo dove ebbe tra i suoi maestri il fisico H. Minkowski; nel 1900 conseguì la

          laurea in matematica e fisica. Nel 1909 divenne libero docente per la fisica teorica
          presso l’università di Zurigo. Il periodo fra il 1902 e il 1911 fu quello della sua più
          originale produzione scientifica. Nel 1905 pubblicò una memoria negli Annalen der
          Physik, intitolata Zur Elektrodynamik bewegter Körper, nella quale erano esposti i
          principi  della  sua teoria  della  relatività  ristretta  che  doveva  sconvolgere  le
          concezioni della fisica classica gettando le basi per una nuova impostazione delle

          ricerche  scientifiche:  la  teoria  si  basa  sul  principio  che  le  leggi  fìsiche  devono
          essere le stesse per ogni sistema di riferimento inerziale e che la velocità della luce
          nel vuoto è una costante ed è indipendente da quella della sorgente luminosa.  Da
          questi principi Einstein giunse a numerose concezioni del tutto nuove che rivelarono
          i  limiti  della  geometria  euclidea,  base  della  fisica  classica.  La  conseguenza  più
          importante,  che  ha  favorito  la  scoperta  e  l’utilizzazione  dell’energia  nucleare,  fu
          quella  dell’equivalenza  tra  massa  ed  energia  espressa  dalla  celebre  formula E  =
                                                                                                           o
             2
          mc , dove E  rappresenta l’energia, m la massa e c la velocità della luce nel vuoto.
                         o
          Successivamente egli pubblicò altre due memorie, nella prima delle quali formulò
          una nuova teoria della luce basata sull’ipotesi che le radiazioni elettromagnetiche
          (luce) sono costituite da quanti di energia, chiamati poi da  Compton fotoni, la cui
          energia è inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Questa teoria permise,
          tra  l’altro,  di  spiegare  l’effetto fotoelettrico,  la  cui  interpretazione  è  impossibile

          nell’ambito  della  fisica  classica.  Nel  1911,  infine,  enunciò  il principio  di
          equivalenza  delle  forze  inerziali  e  gravitazionali,  che  rappresenta  un  primo
   269   270   271   272   273   274   275   276   277   278   279