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fu chiamato a Roma come consigliere del papa Bonifacio VIII, impegnato allora
nella celebre disputa contro Filippo il Bello, re di Francia. Nel 1311 fu ancora a
Parigi e successivamente passò a insegnare teologia a Strasburgo. Due anni dopo la
sua morte, nel 1329, la Chiesa condannò alcune delle sue proposizioni teologiche
perché ritenute eretiche. Nei suoi scritti Eckhart riprende i motivi del panteismo di
Proclo ed esalta la presenza del divino nell’anima umana, la quale, quanto più si
lascia irretire dalle cose mondane, tanto più perde il senso del divino. Il misticismo
di Eckhart ha la particolarità di non essere solo uno slancio immediato dell’uomo di
fede, ma di ricostruire secondo gli argomenti e gli schemi logici della tradizione
neoplatonica il rapporto tra l’anima umana e Dio. Attraverso i discepoli Johannes
Tauler (1300-1361) e Heinrich Suso (1295 circa - 1366) egli esercitò grande
influenza sul pensiero religioso germanico in quanto, accentuando l’importanza di
una religiosità interiore e svalutando gli aspetti esteriori del culto, gettò i germi di
una crisi che doveva manifestarsi un paio di secoli più tardi con la Riforma.
Bibliogr.: P. Martinetti, Maestro Eckhart, « Rivista di filosofia », 1934; G. Della
Volpe, Maestro Eckhart e la filosofia mistica, Roma 1952; G. Faggin, Maestro
Eckhart e la mistica tedesca protestante, Milano 1946.
ECLETTISMO (dal gr. eklégein, scegliere). Metodo filosofico che consiste nello
scegliere nei diversi sistemi le tesi che appaiono più accettabili, strutturandole in
una nuova dottrina. L’eclettismo fu tratto tipico della filosofia romana, in cui mancò
una speculazione originale e un atteggiamento propriamente teoretico, ed ebbe il suo
massimo rappresentante in Cicerone. Il termine, già testimoniato in Diogene Laerzio,
entrò in uso a partire dal XVIII sec. e fu usato nell’Ottocento dal Cousin per definire il
suo stesso sistema, a sfondo spiritualistico. Egli divide infatti la storia del pensiero
in quattro momenti continuamente in lotta tra di loro (idealismo, sensismo,
scetticismo, misticismo), destinati tuttavia a conciliarsi sempre più l’uno con l’altro
dando luogo al vero progresso filosofico nell’eclettismo.
Taine e Renouvier hanno tuttavia rimproverato a Cousin di non aver indicato un
criterio preciso per questa conciliazione e successivamente il termine eclettismo ha
quindi assunto in alcuni autori una sfumatura spregiativa.
ECONOMÌA. Nella filosofia crociana, la categoria dello spirito pratico, che si
manifesta come « volizione dell’individuale », cioè come ricerca dell’utile,
perseguito « al di qua del bene e del male morale ».
Oltre al diritto, allo Stato, alla politica, rientrano nell ’economia crociana anche le
scienze naturali, in quanto aggregato di pseudoconcetti*. La categoria dell’economia
consente al Croce di trarre nel circolo della vita spirituale l’irrazionale, il
contingente e l’individuale, e cioè, come è stato osservato, quello che altre filosofie
denominano « esistente ». Nell’ultima fase del pensiero crociano questo momento
irriducibile è stato preferibilmente indicato con i termini « vitale » e « vitalità ».
• Principio di economia. Nella sua prima formulazione, questo principio può essere
ricondotto al pensiero di Occam e costituisce un criterio di giudizio nei confronti
delle ipotesi esplicative scientifiche. E. Mach lo assunse come base epistemologica
della scienza: fine della ricerca è l’espressione concettuale più semplice possibile.