Page 272 - Dizionario di Filosofia
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razionalistica e mondana. Assai più avanti per questa strada andò poi la Rivoluzione

          francese.  La  scuola popolare  moderna,  laica  e  nazionale,  nasce  per  opera  della
          Convenzione  e  dei  convenzionali  più  impegnati  nella  riforma  educativa,  come  il
          Condorcet. E anche se poi l’età napoleonica lasciò dietro di sé, soprattutto sul piano
          dei  contenuti  educativi,  un  durevole  retaggio  di  compromesso  fra  antico  e  nuovo,
          ormai l’ossatura delle istituzioni scolastiche era fissata definitivamente, a’meno per i
          paesi di tradizione latina.

          Una storia dei metodi, dei contenuti e degli ideali educativi delle varie istituzioni
          scolastiche  coinciderebbe  praticamente  con  la  storia  stessa  della  civiltà.  Qui  si
          vuole  solo  proporre  una  distinzione,  che  può  essere  usata  come  criterio
          interpretativo  generale.  La  trasmissione  della  cultura  è  operata  con  due  intenzioni
          opposte e con due preoccupazioni antitetiche. In alcune epoche storiche e in alcuni
          gruppi  umani  è  di  gran  lunga  prevalente  l’esigenza  che  la  partecipazione  delle
          conoscenze  e  dei  valori  avvenga  in  modo  che  questi  ultimi  siano  recepiti  con  la

          connessa convinzione della loro santità e immutabilità.
          Poco  importa  che  la  conservazione  e  l’immobilità  non  si  conseguano  mai
          integralmente:  anche  se  molto  lentamente,  nuove  tecniche  si  sostituiscono  alle
          antiche. Resta però il fatto che quella esigenza di conservazione è legata strettamente
          al tipo dei contenuti educativi e produce di necessità una didattica conforme. L’uso
          dei formulari, lo mnemonismo, lo svuotamento e l’imbalsamazione dei capolavori

          delle letterature classiche nell’umanesimo scolastico gesuitico e in quello dei nostri
          giorni,  il  manualismo,  il  rigido  controllo  quantitativo  degli  apprendimenti,
          l’inevitabile  ricorso  a  metodi  catechistici,  sono  alcuni  degli  aspetti  più  vistosi
          dell’educazione,  quando  questa  è  ispirata  al  fine  prevalente  del  conformismo.  Di
          contro  a  questo  orientamento  sta  l’altro  e  opposto,  per  il  quale  l’acquisizione
          dell’eredità culturale è vista soprattutto come condizione per innescare l’iniziativa
          mentale  e  la  libertà  creatrice  del  singolo.  La  più  alta  eredità  educativa

          dell’Occidente  si  ispira  a  questo  ideale  di  indipendenza  spregiudicata  (ma  anche
          meditata e responsabile) e di rispetto per la persona del singolo, per la verità e la
          libertà di cui solo il singolo è testimone e portatore. Per questo il Socrate di certi
          dialoghi platonici appare ancora oggi come un modello insuperabile di maestro. La
          polemica  antilibresca  del  Rousseau,  la  fede  nel  valore  educativo  dell’esperienza

          diretta,  la  paradossale  straniazione  di  Emilio  da  ogni  legame  familiare  e  sociale
          sono altri modi suggestivi di riaffermare, in un contesto storico tanto diverso, quella
          fondamentale  esigenza  di  libertà.  Il  cosiddetto pedocentrismo  (la  centralità  del
          fanciullo),  che  caratterizza  quasi  tutta  la  pedagogia  e  l’educazione  moderna  dopo
          Rousseau,  è  la  formulazione  operativa  semplificata  della  stessa  scelta  di  fondo:
          l’asse dell’educazione non è il maestro (il sistema delle conoscenze acquisite), ma
          i’educando (la libertà e l’energia da promuovere).

          EFÈTTICO  (gr. ephektikós, che sospende [il giudizio]).  Uno dei quattro appellativi
          dei  pirroniani*,  in  riferimento  al  loro  atteggiamento  conoscitivo  di  dubbio  e  di
          sospensione  del  giudizio,  o epochè.  (Gli  altri,  oltre  a scettico,  erano aporetico e
          zetetico.)
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