Page 255 - Dizionario di Filosofia
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accorse di possedere ancora qualcosa di superfluo e spezzò la sua ciotola. Un
giorno, mentre assisteva a una lezione di Zenone di Elea, che negava il movimento,
per tutta risposta si alzò e si mise a camminare. Tale era il suo disprezzo per
l’umanità che fu visto un giorno per le vie di Atene, in pieno mezzogiorno,
camminare con una lanterna in mano dicendo: « Cerco un uomo ». Per questo gli
Ateniesi, che lo chiamavano « Socrate impazzito », si prendevano gioco di lui, ma
insieme ne avevano stima e rispetto così che egli rimase nella tradizione come
modello di saggezza e tale parve anche al sapiente Epitteto.
DIONIGI l’Areopagita o Pseudo Areopagita, scrittore cristiano del V sec. d.C. La
tradizione ha per lungo tempo falsamente attribuito queste opere a un membro
dell’Areopago, che sarebbe stato convertito al cristianesimo da san Paolo nel i sec.
d.C., e quindi sarebbe divenuto il primo vescovo di Atene, Gli scritti sono: De
coelesti hierarchia, De ecclesiastica hierarchia, De divinis nominibus, De mystica
theologia e alcune epistole. Essi rappresentano uno dei primi tentativi di offrire una
costruzione teologica compiuta, in cui si attua una fusione di elementi neoplatonici
con la religiosità cristiana. Caratteristica di questa teologia è il suo rifiuto di definire
positivamente la natura di Dio. Questa cosiddetta ’teologia negativa’,
misticheggiante ebbe grandissima influenza sul pensiero medievale e venne ripresa
per certi aspetti anche da Nicola Cusano.
Bibliogr.: Il Corpus degli scritti attribuiti a D. è stato pubblicato per la prima volta
da B. Corderius nel 1634; è disponibile un’ottima traduzione francese a cura di M.
de Gandillac, Parigi 1943; in italiano: Le gerarchie celesti, Firenze 1921; I nomi
divini, in Studi sul neoplatonismo. Filosofia e teologia nello Pseudo-Dionigi, a
cura di S. Scimé, Messina 1953; su D.: R. Roques, L’univers dionisyen. Structure
hiérarchique du monde selon le Pseudo-Denys, Parigi 1954; D. Rutledge, Cosmic
theology the ecclesiastical hierarchy of Pseudo-Denys, Londra 1964.
DIRETTO. Si dice di una conclusione sillogistica, nella quale il termine « piccolo » è
soggetto e il « grande » predicato. (Si ricorda che nelle tre proposizioni di un
sillogismo* si collocano variamente sempre tre termini: il piccolo, il medio e il
grande.) • Proposizione diretta (in contrapposizione a proposizione inversa), quella
i cui termini non sono stati rovesciati. (Così, data la proposizione « il giusto è lecito
», la proposizione « il lecito è giusto », ottenuta per rovesciamento dei termini, è
detta inversa della prima, la quale a sua volta prende in questo caso il nome di
proposizione diretta.) • Prova diretta, prova rigorosamente logica, distinta dalle
prove congetturali o induttive, che danno conclusioni meramente probabili. •
Conoscenza diretta o intuitiva, è quella che si ha per immediata visione della
mente, contrapposta alla conoscenza discorsiva, che è invece conseguita attraverso i
passaggi e le mediazioni del « discorso » razionale.
DIRITTO. Il termine italiano diritto designa fenomeni distinti: a) la regola di condotta
che lo Stato impone per il raggiungimento dei fini comuni e la cui inosservanza suol
comportare una pena; b) il potere spettante al singolo entro la società di compiere o
non compiere un determinato atto, di assumere un determinato atteggiamento, di