Page 254 - Dizionario di Filosofia
P. 254

Creta, V  sec.  a.C.),  discepolo  di  Anassimene.  Modificò  la  dottrina  della  scuola

          ionica con spunti presi da Anassagora; ammise che l’aria è l’elemento primordiale,
          costitutivo  di  tutte  le  cose,  ma  dotò  tale  principio  delle  qualità  attribuite  da
          Anassagora  al nûs:  infinitezza,  eternità,  immutabilità,  onnipotenza,  conoscenza  di
          tutto,  avendo  lutto  disposto  con  ogni  bellezza  e  perfezione.  Del  suo  trattato Sulla
          natura possediamo solo qualche frammento.

          DIOGENE di  Babilonia,  in  gr. Diogénēs  ho  Babylonios,  filosofo  stoico  (Seleucia,
          presso  Babilonia, II sec. a.C.)  Fu discepolo di  Crisippo e di  Zenone di  Tarso, al
          quale successe nello scolarcato e fece parte, insieme con il peripatetico Critolao e
          con l’accademico Cameade, dell’ambasceria mandata a Roma dagli Ateniesi per la
          questione di Oropo (155). I suoi scritti sono perduti; secondo Cicerone, fu autore di
          un trattato sulla divinazione.

          DIOGENE di  Enoanda,  epicureo  greco  del II  sec.  d.C.  Entusiasta  sostenitore  della
          dottrina che professava, è celebre per averne fatto incidere una sintesi, che è giunta
          sino a noi, su un portico della sua città.

          Bibliogr.: Diogenes Oenoandensis fragmenta, a cura di C. W. Chilton, Lipsia 1967.
          È  disponibile  una  traduzione  italiana,  a  cura di  A.  Grilli,  in: Studi  di  filosofia
          antica, Bari 1950.
          DIOGENE Laerzio o di Laerte, in gr. Diogénēs Laértios, scrittore greco (nato forse
          a Laerte, in Cilicia) della prima metà del III sec. d.C., autore di un’opera biografico-

          dossografica in dieci libri su « le vite, le dottrine e le opinioni di filosofi illustri »,
          giunta a noi nella tradizione manoscritta con titolo incerto. L’opera, dedicala a una
          nobildonna  seguace  del  platonismo,  molto  probabilmente Arria,  contemporanea  di
          Alessandro  Severo, contiene la vita di ottantaquattro filosofi, compresi fra i  Sette
          sapienti ed Epicuro. Essa ha il merito notevole di essere basata su numerose e buone

          fonti oggi perdute e di conservarci frammenti e documenti autentici di grande valore,
          come il testamento e le lettere di Epicuro. Diogene Laerzio, pur esponendo talvolta
          in  maniera  imprecisa  e  superficiale,  dottrine  filosofiche  per  nessuna  delle  quali
          sembra  mostrare  particolare  predilezione,  offre  un  prezioso  strumento  per  la
          conoscenza del pensiero greco.
          Bibliogr.:  Edizione  critica  delle Vite  a  cura  di  O. Apelt,  2  voll.,  Lipsia  1921;  in

          italiano: Vite dei filosofi, a cura di M. Gigante, Bari 1952; su D. L.: M. Dal Pra, La
          storiografia filosofica antica, Milano 1950.
          DIOGENE  di  Sinope,  detto il  Cinico,  filosofo  greco  (Sinope  413  a.C.  -  †  327).

          Discepolo  di Antistene,  il  fondatore  della  scuola  cinica,  per  il  suo  modo  di  vita
          antisociale  e  clamorosamente  ostile  all’opinione  comune,  in  conformità  con
          l’estremo radicalismo delle sue posizioni filosofiche, divenne una figura leggendaria
          già presso gli antichi. Riteneva la virtù il sommo bene, davanti alla quale gli onori,
          le ricchezze e la stessa scienza sono solo da disprezzare come falsi beni. II saggio
          deve  aspirare  a  liberarsi  da  qualsiasi  desiderio,  a  ridurre  al  minimo  le  proprie
          necessità di uomo.
          Avendo visto una volta un fanciullo che beveva a una fonte dal cavo delle mani, si
   249   250   251   252   253   254   255   256   257   258   259