Page 239 - Dizionario di Filosofia
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Scritti politici, a cura di G. Ferrarelli, Napoli 1895; Saggi critici, 3 voll., a cura di

          L. Russo, Bari 1957; Storia della letteratura italiana, 2 voll., a cura di N. Gallo,
          Torino 1958; su D. S.: L. Russo, F. De Sanctis e la cultura napoletana, Bari 1928;
          M.  Mirri, F. De Sanctis politico e storico della civiltà moderna, Messina-Firenze
          1961; S. Landucci, Cultura e ideologia in F. De Sanctis, Milano 1964.

          DE  SARLO  (Francesco),  filosofo  italiano  (San  Chirico  Raparo,  Potenza,  1864-
          Firenze 1937). Di formazione medica e studioso di psichiatria, si dedicò in seguito
          agli studi filosofici, orientandosi, dopo una prima esperienza positivistica, verso lo
          spiritualismo. Nel 1900 ottenne la cattedra di filosofia teoretica nell’Istituto di studi
          superiori  di  Firenze,  occupandola  per  un  trentennio.  Nel  1903  istituì  il  primo
          gabinetto di psicologia sperimentale in Italia, nel 1907 fondò la rivista La cultura
          filosofica, che diresse fino al 1917 e attraverso la quale si oppose sia al positivismo

          sia all’idealismo.  Pur movendo da considerazioni di tipo psicologico, sostenne la
          necessità  di  superare  lo  psicologismo,  in  quanto  ritenne  i  valori  logici  etici  ed
          estetici  basati  su  principi  operanti  in  modo  permanente  e  universale.  Opere
          principali: Saggi di filosofia (1896), Metafisica, scienza e moralità (1898), I dati
          dell’esperienza psichica  (1903), Il pensiero moderno  (1915), Filosofi del tempo
          nostro (1916), Psicologia e filosofia (1918).

          DESCARTES (René), filosofo e matematico francese. V. CARTESIO.
          DESSIPPO, in gr. Déxippos, filosofo greco del IV sec. d.C., discepolo di Giamblico.
          Resta di lui un commento alle Categorie di Aristotele in cui, sotto forma di dialogo

          tra  l’autore  e  un  certo  Seleucio,  probabilmente  suo  discepolo,  sono  discusse  le
          difficoltà che tale argomento presenta.
          DESTUTT  DE  TRACY  (Antoine  Louis  Claude,  conte),  filosofo  francese,  di  famiglia
          scozzese  (Parigi  1754-1836). Abbracciate  le  nuove  idee  illuministiche,  nel  1789,

          benché  deputato  agli  Stati  Generali  per  la  nobiltà,  appoggiò  l’abolizione  dei
          privilegi  degli  aristocratici  e  del  cattolicesimo  come  religione  di  Stato.  Come  la
          maggior parte degli ideologi, avversò  Napoleone e nel 1814 propose in senato la
          destituzione  dell’imperatore.  Movendo  dalla  filosofia  sensistica  del  Condillac,
          Destutt giunse alla fondazione dell’« ideologia » (a lui risale il termine stesso, inteso
          come « analisi delle sensazioni e delle idee »), secondo la quale l’azione di pensare,
          in  qualsiasi  modo  avvenga,  si  riduce  a  quella  di sentire;  i  modi  del  pensiero

          corrispondono ad altrettanti modi della sensibilità: sensazione, memoria, giudizio,
          volontà, cui va aggiunto il quinto modo, quello della motilità, che spiega la nozione
          di esteriorità, poiché « è alla facoltà di muoverci che dobbiamo la conoscenza dei
          corpi ».
          Tra le opere: Elementi di ideologia (1804).

          Bibliogr.:  su  D.  d.  T.:  J.  Cruet, La  philosophie  morale  et  sociale  de  Destutt  de
          Tracy,  Tours  1909;  O.  Kohler, Die  Logik  des  Destutt  de  Tracy,  Lipsia  1931;  S.
          Moravia, Il tramonto dell’illuminismo. Filosofia e politica nella società francese,
          1770-1810, Bari 1968.
          DETERMINAZIONE. Sorta di relazione obbligatoria, per cui, data una certa realtà, ne
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