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nella quale si passa dalla premessa alla conclusione senza termini intermedi, e una
deduzione costruttiva o mediata, usata soprattutto in matematica. Quest’ultimo tipo
di deduzione, nella sua conclusione finale, aggiunge sempre qualche elemento nuovo
che non era implicito nelle premesse iniziali, mentre nel sillogismo la conclusione
non contiene nulla che già non fosse nelle premesse. Questo apporto nuovo è dovuto
all’opera costruttiva elaborata durante il ragionamento mediante l’applicazione dei
principi matematici; questo tipo di operazione mentale è spesso caratteristico del
ragionamento geometrico. La deduzione costruttiva è stata studiata da Edmond
Goblot.
o Deduzione trascendentale, nel linguaggio kantiano, processo mediante il quale il
pensiero tende a giustificare le categorie o funzioni a priori, apparentemente
soggettive, come aventi valore oggettivo o scientifico. (V. TRASCENDENTALE.)
DEFINITORIO. Nella logica formale si dice di un giudizio che definisce senza
possibilità di equivoco un certo oggetto mentale o empirico, mediante un predicato
che abbia caratteri di universalità.
DEFINIZIONE. Nella logica formale, proposizione affermativa che ha per oggetto di
far conoscere esattamente l’estensione e la comprensione di un concetto. Secondo la
logica di Aristotele, la definizione è valida se è reciproca, cioè deve potersi
convertire semplicemente, senza cambiare di quantità; per es.: « L’uomo è un
animale razionale » e, reciprocamente, « Ogni animale razionale è uomo ».
Inoltre, deve essere adeguata, cioè del tutto conveniente a ciò che definisce. Infine,
deve essere chiara e il più breve possibile. La definizione si fa enunciando il genere
prossimo e la differenza specifica; per es.: « Un triangolo è un poligono (genere
prossimo) a tre lati (differenza specifica) ». La scolastica accettò tale teoria,
introducendo la distinzione tra definizione della cosa e definizione del nome, che fu
poi ripresa dai logici di Port-Royal. Kant distinse le definizioni analitiche (o dei
nomi) da quelle sintetiche: le prime sono solo espositive; le seconde, come quelle
matematiche, sono veramente costruttive, ovvero accrescitrici della conoscenza.
DEGNITÀ. Termine con cui gli scolastici tradussero la parola greca assioma* e che fu
ripreso dal Vico per indicare i principi generali su cui poggiò la sua Scienza Nuova.
DE GRAZIA (Vincenzo), filosofo italiano (Mesoraca, Catanzaro, 1784 - Napoli
1856). Sostenitore di un empirismo assoluto, si oppose alle dottrine del Galluppi e,
in genere, a ogni forma di spiritualismo. Contro la logica di Hegel scrisse Discorsi
su la logica di Hegel e su la filosofia speculativa (1850), mentre espose
sistematicamente il proprio pensiero nel Saggio su la realtà delle scienze umane
(1839-1849) e nel Prospetto della filosofia ortodossa (1851), in cui, a sostegno
delle proprie tesi, si rifece al realismo ontologico di san Tommaso.
DEISMO. Posizione filosofica di coloro che, pur ammettendo l’esistenza di Dio e
dell’anima, rifiutano le religioni rivelate, i dogmi e le pratiche del culto. Il deismo si
affermò largamente in Inghilterra nei secc. XVII-XVIII, a partire da Herbert di
Cherbury ed ebbe i suoi maggiori rappresentanti in Shaftesbury, S. Clarke, F.R.
Hutcheson, J. Butler, J. Toland, A. Collins e M. Tindal. Passato in Francia, trovò il