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fossili delle pampas (sdentati), sorsero in Darwin i primi dubbi sulla stabilità e non
variabilità delle specie vegetali e animali. Egli partiva dalla constatazione che
individui appartenenti a una medesima specie presentano variazioni imputabili a vari
fattori. Secondo il principio, da lui eleborato, della « lotta per l’esistenza »
(struggle for life) la sopravvivenza spetterà a quegli individui che possiedono
caratteri di vantaggio sui loro competitori. Questi caratteri vantaggiosi sono portati
solo da alcuni individui, che grazie a essi sopravviveranno, conservando i caratteri
utili e li trasmetteranno ai propri discendenti, mentre gli individui che ne sono privi
sono destinati a soccombere. Così nel corso della vita degli individui, e di
conseguenza delle specie, si opera una scelta, o selezione naturale, che determina la
sopravvivenza del più adatto, Questa selezione è comparabile alla selezione
artificiale effettuata dagli allevatori (e dagli agricoltori) per migliorare le razze o
per ottenerne di nuove. In natura essa ottiene il risultato di formare specie nuove in
continuo adattamento.
Una specie ha maggiori probabilità di continuare e di accrescersi numericamente,
quanto più i caratteri individuali divergono; più la specie è modificabile, maggiori
sono le sue potenzialità evolutive. Darwin, diversamente da Lamarck, attribuì una
funzione secondaria all’azione dell’ambiente; verso la fine della sua vita tuttavia si
rammaricava di avere minimizzato questo fattore. In un secondo tempo Darwin
completò la teoria che porta il suo nome aggiungendovi la nozione di selezione
sessuale: i maschi lottano fra loro per la conquista della femmina e soltanto i meglio
dotati potranno procreare; a loro volta le femmine scelgono i meglio dotati, dei quali
vengono trasmessi i caratteri.
Al darwinismo nella sua formulazione primitiva furono mosse varie critiche. Non
tutte le variazioni considerate da Darwin sono ereditarie; dal canto suo la selezione
non sarebbe creatrice, ma soltanto arricchitrice di caratteri preesistenti. Come
strumento di selezione, la morte, a parte l’eliminazione di elementi devianti,
mostruosi o infermi, sembra avere piuttosto l’effetto di eliminare le varianti estreme
e di conservare il tipo medio della specie.
Il darwinismo fu in parte confermato dopo la scoperta del fenomeno delle mutazioni
genetiche, cioè della comparsa spontanea di quei caratteri che verranno appunto
selezionati e saranno propri di una nuova specie. La teoria darwiniana venne in
seguito perfezionata, assumendo il nome di neodarwinismo. (V. anche EVOLUZIONE.)
DASEIN (parola tedesca che significa esserci). Nella filosofia esistenzialistica di
Heidegger, l’esistenza dell’individuo in riferimento al mondo nel quale « è gettato »
e dal quale è continuamente condizionato e limitato nel proprio operare.
DATISI. Nella ogica antica termine mnemotecnico con cui gli scolastici designavano
il quarto modo della terza figura del sillogismo, in cui la premessa maggiore è
generale affermativa (A), la minore e la conclusione particolari affermative (I,I).
DAUB (Karl), filosofo e teologo tedesco (Kassel 1765 - Heidelberg 1836). Fu
professore a Magdeburgo e a Heidelberg.
Dapprima seguace del razionalismo kantiano, in seguito, sotto l’influsso di Schelling,
orientò il suo pensiero in senso mistico-teosofico; è di questo periodo l’opera Giuda