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illustre della scuola cinica. Non si riscontrano in Cratete gli estremismi propri di
Antistene; da lui ha origine il movimento da cui si formerà più tardi lo stoicismo.
Contemporaneo di Stilpone e di Menedemo, fu uno dei maestri di Zenone di Cizio,
che vedeva in lui un’immagine vivente di Socrate. Compose un poema parodico in
lode della vita cinica.
CRÀTILO, in gr. Kratýlos, filosofo greco della scuola di Eraclito (fine del V sec.
a.C.). Spingendo all’estremo la dottrina di Eraclito per il quale l’essenza
dell’universo stava nel continuo divenire, credeva, secondo quanto afferma
Aristotele, nella trasformazione assoluta delle cose e, di conseguenza, non osava
pronunciarsi intorno a nulla. Per primo, probabilmente, studiò l’etimologia delle
parole. Platone, che fu suo discepolo prima di seguire l’insegnamento di Socrate,
intitolò da lui uno dei suoi dialoghi.
CRATIPPO, in gr. Krátippos, filosofo greco nato a Pergamo (I sec. a.C.). Insegnò a
Mitilene, dove conobbe Cicerone, quindi ad Atene, dove si recò su invito
dell’Areopago, aprendovi una scuola o secondo altri succedendo nello scolarcato
peripatetico ad Andronico di Rodi (44). Cicerone, che mandò ad Atene suo figlio
perché ne seguisse le lezioni e gli fece ottenere da Cesare la cittadinanza romana, è
l’unica fonte per la conoscenza del suo pensiero (nel De divinatione). Secondo
Cratippo, peripatetico ma con tendenze platonizzanti, l’anima senziente, motrice,
sostanzialmente legata a un corpo: ma la sua parte intelligente, derivata dall’anima
divina, partecipa dell’immaterialità di questa; perciò, quanto più l’anima si stacca
dal corpo e si avvicina all’anima divina, tanto più attinge la verità. Su questa teoria
psicologica egli fondava la possibilità della divinazione attraverso i sogni.
CREAZIONE. In metafisica, l’atto mediante il quale Dio genera dal nulla il mondo
assegnandogli un’esistenza separata. Per insistere sul valore della parola creazione
si parla spesso di creazione ex nihilo (cioè « dal nulla »). Questa espressione
esclude radicalmente la concezione panteistica, secondo cui Dio coincide e si
identifica con il mondo. L’idea pura di creazione non è presente in nessuna religione
dell’antichità, salvo che nell’ebraismo. Il sistema di Platone è stato invocato sia dai
sostenitori della creazione sia dai loro avversari; quello di Aristotele, contrario alla
creazione in quanto afferma l’eternità del mondo, ha fornito ciononostante al
creazionismo il suo principale argomento, con la teoria della necessità di un motore
primo. Il dogma cristiano ha assicurato in seguito la fortuna dell’idea di creazione,
che nel medioevo ha avuto il suo principale contraddittore nell’averroismo. Cartesio
ha sostenuto, con la libertà assoluta di Dio, la creazione ex nihilo. Kant ha fatto
dell’idea di un inizio primo del mondo una delle sue antinomie*.
• Creazione continua, nozione introdotta dalla scolastica e ripresa da Cartesio
secondo la quale si deve ammettere l’azione creatrice come persistente per tutto il
tempo in cui la creatura sussiste. (Una sostanza ha cioè bisogno in ogni istante della
sua esistenza del sostegno della stessa potenza creatrice che l’ha originariamente
prodotta. Cartesio ricava la necessità della creazione continua dalla considerazione
che il mondo si annienterebbe, se cessasse l’azione creatrice di Dio.)