Page 216 - Dizionario di Filosofia
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pianeti, come richiedeva la teoria catastrofica.

          I lavori di Weizsäcker in Germania (1943) e di Schmidt in Russia (1944) segnarono
          il ritorno alla teoria nebulare: l’ipotesi di una nebulosa primitiva non era mai stata
          peraltro  completamente  abbandonata,  come  si  deduce  dalla Lezione  sulle  ipotesi
          cosmogoniche  (1913)  del  francese  Poincaré  e  dai  lavori  di  Fesenkov  in  Russia
          (1921) e di Berlage in Olanda (1927).
          Per quanto riguarda l’evoluzione stellare, la teoria storicamente più famosa è quella

          di Norman Lockyer (1890), fondata sulle prime ricerche concernenti la costituzione
          interna  delle  stelle  (Lane,  1870).  Lockyer  supponeva  la  contrazione  della  materia
          nebulare, con aumento della temperatura, fino alla formazione di una gigante rossa,
          che  per  successivo  contrarsi  si  trasformava  in  gigante  blu;  iniziava  allora  un
          processo di raffreddamento e la stella concludeva la sua esistenza come nana rossa.
          La scoperta della relazione massaluminosità (Eddington, 1917) determinò la crisi di
          questa teoria, perché la massa delle stelle nane è troppo piccola (100 volte meno)

          rispetto a quella delle giganti (una simile perdita di massa non è ammissibile nel
          corso dell’evoluzione). [V. anche UNIVERSO.]
          COSMOLOGÌA.  Nome  dato  a  quella  parte  della  metafìsica  che  tratta  i  princìpi  più
          generali dello studio del mondo fìsico e che era un tempo designata sotto il nome di

          fìsica. Ogni grande sistema filosofico ha la sua cosmologia o filosofia della natura.
          Essa tratta le questioni seguenti: problema dell’esistenza della materia; teorie sulla
          costituzione della materia; formazione dei mondi, e in particolare del nostro sistema
          solare;  natura  e  origine  della  vita:  problema  del  meccanicismo  e  della  finalità,
          dell’evoluzione  e  della  fissità.  Per  il  positivismo  materialistico  la  realtà
          cosmologica è il punto di partenza e nello stesso tempo la conclusione ultima di ogni
          possibile considerazione scientifico-filosofica. Nei sistemi a tendenze panteistiche o
          teistiche, la cosmologia è in stretto rapporto con la dottrina su Dio, vale a dire è una

          teologia naturale.
          COSMOPOLITISMO. Dottrina degli stoici, che si consideravano « cittadini del mondo
          », in quanto la ragione universale, comune a tutti gli esseri umani, rendeva inutili ed
          esteriori le tradizionali distinzioni tra Greci e Barbari e tra cittadini di paesi diversi.

          (Allo  stesso  modo,  nel XVIII  sec.,  gli  illuministi,  fiduciosi  in  un  patrimonio  di
          razionalità  comune  a  tutti  gli  uomini,  polemizzarono,  a  volte  con  asprezza,  contro
          ogni distinzione di nazione, di razza e di religione.)
          COSTANTI logiche. Nei moderni indirizzi di logica, parole o simboli che fungono da
          invarianti operative entro un sistema scelto di volta in volta e sostenuto da regole del

          linguaggio convenzionale. Nel tentativo di cancellare il confine tra logica formale e
          matematica  pura,  in  particolare  per  quanto  riguarda  il  neopositivismo,  le costanti
          logiche sono considerate speciali espressioni connettive, che permettono sostituzioni
          equivalenti  senza  alterare  il  significato  logico  delle  proposizioni.  Secondo  la
          definizione di B. Russell, sono « quello che resta costante in un enunciato, quando
          tutti  gli  altri  componenti  sono  cambiati  ».  Le  costanti  logiche,  pur  essendo  parte

          indispensabile del simbolismo logico-formale, non hanno alcuna significazione reale
          o alcun riferimento all’esistenza.
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