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Sorbona dal 1815 al 1851, esercitando una vera egemonia nel mondo accademico

          francese. Conformemente alla sua massima, ispirata a Leibniz: « I sistemi sono veri
          per  quello  che  affermano,  falsi  per  quello  che  negano  »,  si  sforzò  di  combinare
          elementi della dottrina di Cartesio, della scuola scozzese e di Kant in un sistema a
          orientamento  spiritualistico  da  lui  stesso  chiamato eclettismo, che più tardi intese
          non  più  come  sistema  ma  come  «  un  metodo  puramente  storico,  subordinato  allo
          spiritualismo ». Base dell’indagine filosofica ritenne sempre l’analisi psicologica,

          la  quale  porta  alla  determinazione  della  ragione  come  dato  immediato  della
          coscienza. Ridusse a due le categorie (dieci in Aristotele, dodici in Kant): causalità
          e sostanza, attirandosi con la teoria della sostanza unica le accuse di panteismo, da
          cui si difese facendo della filosofia un’arma per combattere le dottrine irreligiose.
          Egli  fu  tra  i  fondatori  della  storiografia  filosofica  francese,  e  ritenne  che  tutti  i
          sistemi  filosofici  possano  ricondursi  a  quattro,  succedentisi  ciclicamente.  In  sede
          estetica, affermò la natura gratuita, atemporale, incondizionata dell’arte, che non ha

          né dovere morale né vocazione documentaria, ma « dipende unicamente da se stessa
          ».
          Opere  principali: Frammenti  filosofici  (1826), Storia  della  filosofia  del  XVIII
          secolo (1826), Corso di storia della filosofia (1828), Corso di storia della filosofia
          morale  (1841-1846), Studi su Pascal  (1842), Filosofia di Kant  (1842), Del vero,
          del bene e del bello (1853), Storia generale della filosofia (1863).

          Bibliogr.:  V.  Gioberti, Considerazioni  sulle  dottrine  religiose  di  V.  Cousin,
          Bruxelles 1840;  P.  Janet, V. Cousin et son oeuvre,  Parigi  1885;  S.  Mastellone, V.
          Cousin  e  il  Risorgimento  italiano,  Casale  Monferrato 1935;  F.  Will, Flumen
          historicum. V. Cousin’s aesthetic and its sources , Chapel Hill 1965; W. M. Simon,
          The « two cultures » in nineteenthcentury France; V. Cousin and Auguste Comte, «

          Journal of the history of ideas » 1965.
          COUTURAT  (Louis),  filosofo  e  matematico  francese  (Parigi  1868  -  Ris-Orangis,
          presso  Parigi, 1914).  Insegnò nelle università di  Tolosa e di  Caen; ma, nel 1899,
          abbandonò  l’insegnamento  per  dedicarsi  completamente  alla  filosofia  della

          matematica e a problemi di logica matematica. La sua tesi di laurea, Dell’infinito in
          matematica  (1896),  è  una  vivace  difesa  del  concetto  di  infinito  attuale  in
          opposizione  alle  obiezioni  dei  neocriticisti.  Altri  scritti  notevoli: La  logica  di
          Leibniz  (1901), Storia del linguaggio universale (scritto in collaborazione con L.
          Léau,  1903), Opuscoli e saggi inediti di  Leibniz (1903) e l’Algebra della logica
          (1905).

          CRÀNTORE, in gr. Krántōr, filosofo greco dell’Accademia antica (Soli, Cilicia, 335
          a.C. circa -?).  Fu, con  Polemone, discepolo di  Senocrate e maestro di Arcesilao;
          secondo Proclo fu il primo commentatore di Platone (commento al Timeo). Delle sue
          numerose opere restano solo scarsi frammenti; il suo trattato Sul lutto fu imitato da
          Cicerone nella sua Consolatio e nelle Tusculane.

          CRATÈTE di Tebe, in gr. Krátēs, filosofo greco nato a Tebe, in Beozia, e vissuto ad
          Atene nel IV sec. a.C. Fu il più noto discepolo di Diogene e l’ultimo rappresentante
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