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uguale a 180° » è necessaria, perché un triangolo che non rispondesse a questo
presupposto logicogeometrico sarebbe impensabile.)
CONTINGENTISMO. Filosofia della contingenza (in particolare quella di Boutroux*;.
CONTINGENZA. Carattere di ciò che è contingente*, che può essere e non essere.
(Contr. NECESSITÀ.) • Prova dalla contingenza del mondo (« a contingentia mundi
»), prova dell’esistenza di Dio fondata sul seguente argomento: il mondo, che è
contingente, deve avere una causa esterna la cui necessità possa giustificare la sua
creazione. (Questa prova è chiamata anche cosmologica ed è fondata sulla nozione
di causalità* e di causa* prima. È stata criticata da Kant nella Critica della ragion
pura [cap.: Ideale della ragion pura, v sezione].)
CONTINUITÀ. Il principo di continuità è la legge secondo cui i cambiamenti negli
esseri si producono per gradi insensibili e la scala stessa degli esseri sarebbe una
serie continua e graduata. È questo un principio fondamentale della filosofia di
Leibniz (natura non facit saltus). La teoria dell’evoluzione, così come Herbert
Spencer l’ha sostenuta, concepisce egualmente una continuità perfetta nella gerarchia
degli esseri e dei fenomeni, così come nel passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo,
dal semplice al complesso, e, più generalmente, dall’inferiore al superiore. Tra i
numerosi oppositori della legge della continuità sono il Renouvier e tutti i filosofi
sostenitori della dialettica* e dei balzi* dialettici.
CONTRADDITTORIO. Nella logica si dice di due proposizioni che siano opposte sia
qualitativamente sia quantitativamente, ovvero quando esse sono: l’una affermativa
universale e l’altra negativa particolare oppure l’una negativa universale e l’altra
affermativa particolare. Esempio: « Tutti gli uomini sono onesti; alcuni uomini non
sono onesti ». Se l’una è vera, l’altra è falsa; se l’una è falsa, l’altra è vera. In realtà
tra l’universale affermativa e la particolare negativa non esistono termini intermedi;
lo stesso tra l’universale negativa e la particolare affermativa: se è falso dire, ad es.,
che tutti gli uomini sono onesti, ne consegue necessariamente che almeno uno non lo
è, poiché fra « tutti » e « tutti meno uno » non esistono termini intermedi. Non
bisogna confondere le proposizioni contraddittorie con le proposizioni contrarie o
subcontrarie. (V. voce seg.)
CONTRADDIZIONE. La contraddizione (gr. antíphasis), ovvero l’incompatibilità di
due proposizioni opposte venne elevata da Aristotele a regola indimostrabile di ogni
discorso significante attraverso il cosiddetto principio di non contraddizione. Gli
studiosi della logica aristotelica sono concordi nel distinguere il principio di non
contraddizione così inteso, che viene manifestamente introdotto come norma del
pensiero discorsivo (dianoetico) nell’ambito della polemica contro la capziosità e
la « slealtà » dialettica della tarda sofistica, dall’altra enunciazione, la quale,
asserendo che « è impossibile che una cosa sia e non sia nello stesso tempo », vuole
solo affermare l’unità e la costanza dell’oggetto del pensiero, e va perciò intesa
come una presa di posizione contro la metafisica dell’assoluto divenire, e
principalmente contro Eraclito e contro Protagora. La mancata distinzione di queste
due prospettive dà luogo negli interpreti a equivoci inestricabili e a complicazioni