Page 207 - Dizionario di Filosofia
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uguale  a  180°  »  è necessaria,  perché  un  triangolo  che  non  rispondesse  a  questo

          presupposto logicogeometrico sarebbe impensabile.)
          CONTINGENTISMO. Filosofia della contingenza (in particolare quella di Boutroux*;.
          CONTINGENZA.  Carattere  di  ciò  che  è  contingente*,  che  può  essere  e  non  essere.

          (Contr. NECESSITÀ.) • Prova dalla contingenza del mondo  (« a contingentia mundi
          »),  prova  dell’esistenza  di  Dio  fondata  sul  seguente  argomento:  il  mondo,  che  è
          contingente, deve avere una causa esterna la cui necessità possa giustificare la sua
          creazione. (Questa prova è chiamata anche cosmologica ed è fondata sulla nozione
          di causalità* e di causa* prima. È stata criticata da Kant nella Critica della ragion
          pura [cap.: Ideale della ragion pura, v sezione].)

          CONTINUITÀ.  Il  principo  di  continuità  è  la  legge  secondo  cui  i  cambiamenti  negli
          esseri si producono per gradi insensibili e la scala stessa degli esseri sarebbe una
          serie  continua  e  graduata. È  questo  un  principio  fondamentale  della  filosofia  di
          Leibniz  (natura  non  facit  saltus).  La  teoria  dell’evoluzione,  così  come  Herbert
          Spencer l’ha sostenuta, concepisce egualmente una continuità perfetta nella gerarchia
          degli esseri e dei fenomeni, così come nel passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo,

          dal  semplice  al  complesso,  e,  più  generalmente,  dall’inferiore  al  superiore.  Tra  i
          numerosi oppositori della legge della continuità sono il Renouvier e tutti i filosofi
          sostenitori della dialettica* e dei balzi* dialettici.
          CONTRADDITTORIO. Nella logica si dice di due proposizioni che siano opposte sia
          qualitativamente sia quantitativamente, ovvero quando esse sono: l’una affermativa
          universale e l’altra negativa particolare oppure l’una negativa universale e l’altra

          affermativa particolare. Esempio: « Tutti gli uomini sono onesti; alcuni uomini non
          sono onesti ». Se l’una è vera, l’altra è falsa; se l’una è falsa, l’altra è vera. In realtà
          tra l’universale affermativa e la particolare negativa non esistono termini intermedi;
          lo stesso tra l’universale negativa e la particolare affermativa: se è falso dire, ad es.,
          che tutti gli uomini sono onesti, ne consegue necessariamente che almeno uno non lo
          è,  poiché  fra  «  tutti  »  e  «  tutti  meno  uno  »  non  esistono  termini  intermedi.  Non

          bisogna confondere le proposizioni contraddittorie con le proposizioni contrarie o
          subcontrarie. (V. voce seg.)
          CONTRADDIZIONE.  La  contraddizione  (gr. antíphasis),  ovvero  l’incompatibilità  di
          due proposizioni opposte venne elevata da Aristotele a regola indimostrabile di ogni
          discorso significante attraverso il cosiddetto principio di non contraddizione.  Gli
          studiosi della logica aristotelica sono concordi nel distinguere il principio di non

          contraddizione  così  inteso,  che  viene  manifestamente  introdotto  come  norma  del
          pensiero discorsivo (dianoetico) nell’ambito della polemica contro la capziosità e
          la  «  slealtà  »  dialettica  della  tarda  sofistica,  dall’altra  enunciazione,  la  quale,
          asserendo che « è impossibile che una cosa sia e non sia nello stesso tempo », vuole
          solo  affermare  l’unità  e  la  costanza  dell’oggetto  del  pensiero,  e  va  perciò  intesa

          come  una  presa  di  posizione  contro  la  metafisica  dell’assoluto  divenire,  e
          principalmente contro Eraclito e contro Protagora. La mancata distinzione di queste
          due prospettive dà luogo negli interpreti a equivoci inestricabili e a complicazioni
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