Page 204 - Dizionario di Filosofia
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conoscenza.  L’insieme  delle  risposte  date  a  questi  problemi  costituisce  la teoria

          della  conoscenza  o gnoseologia.  La  natura  della  conoscenza  è  studiata  dalla
          psicologia, che analizza successivamente i diversi modi d’acquisizione delle nostre
          idee,  sensazione,  percezione,  immaginazione,  memoria,  concetto,  giudizio,
          ragionamento, e rileva le principali fonti d’errori possibili nell’acquisizione delle
          nostre conoscenze. I criteri della conoscenza, che permettono di distinguere la verità
          dall’errore,  sono  messi  in  luce  dalla  logica,  che  studia,  in  particolare,  il  metodo

          delle scienze, concepite come conoscenze rigorose. Il valore e la possibilità della
          conoscenza, ovvero della possibilità per il nostro spirito di attingere la verità nel
          campo  metafisico,  sono  stati  di  volta  in  volta  respinti  o  affermati  dalle  diverse
          correnti di pensiero, come lo scetticismo (che sostiene l’impossibilità di conoscere
          alcunché con certezza), il dogmatismo (che afferma la possibilità di raggiungere la
          verità), l’agnosticismo (che preferisce non pronunciarsi sulle verità metafìsiche). Il
          valore  della  conoscenza  è  stato  ampiamente  dibattuto  anche  in  relazione  alla

          possibilità di una conoscenza totale ed esauriente del mondo sensibile; anche qui dal
          criticismo kantiano in poi si devono registrare posizioni fortemente contrastanti che
          vanno da un ottimismo gnoseologico a oltranza a un relativismo e a uno scetticismo
          radicale di tipo humiano.

          Bibliogr.: Non è possibile tentare una bibliografia in qualche modo organica su di un
          tema così vasto. Esiste tuttavia un’opera estremamente importante sul problema della
          conoscenza nella filosofia e nella scienza dell’epoca moderna:  E.  Cassirer, Storia
          della filosofia moderna, 4 voll., Torino 1952-1958.

          conosci te stesso. Massima attribuita ai Sette sapienti dell’antica Grecia e incisa,
          come esortazione a riconoscere i limiti dell’uomo, sul frontone del tempio di Apollo
          a Delfi. Essa fu adottata da Socrate, che la interpretò come invito a determinare i

          limiti della conoscenza umana. È citata spesso anche in greco (gnôthi sautón) o in
          latino (nosce  te  ipsum) . Nosce  te  ipsum  è  anche  il  titolo  di  un’importante  opera
          morale di Abelardo.
          CONSECUZIONE empirica.  Nella  logica,  concatenazione  di  fenomeni  che  appaiono
          legati fra loro da una intrinseca necessità. (L’abitudine che noi prendiamo così alla
          loro  connessione  nella  nostra  esperienza  sensibile  ci  conduce  a  poco  a  poco,

          secondo  i  filosofi  empiristi,  a  concepire  una  connessione  necessaria  tra  questi
          fenomeni, cioè una legge causale.)
          CONSEGUENTE. In logica, termine che, in correlazione con antecedente*, indica una
          proposizione o un fatto che segue logicamente o cronologicamente a un altro.

          CONSEGUENZA.  Nella  logica,  proposizione  che  si  ricava  necessariamente  da  una
          precedente e pertanto nasce dall’aderenza di un ragionamento con le fondamentali
          leggi della logica. (Le conclusioni di un sillogismo corretto, quindi, si impongono
          per  la  loro  immediata  necessità  logica.)  [V. DEDUZIONE,  DIMOSTRAZIONE  e
          SILLOGISMO.]

          CONSENSO  universale  (consensus  gentium).  Convergenza  del  giudizio  di  tutti  gli
          uomini intorno alla validità di una proposizione. (Il concetto, presente in Platone e
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