Page 201 - Dizionario di Filosofia
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sincerità  nei  rapporti  umani.  I  suoi  discepoli  svilupparono  il  concetto  secondo  il

          quale, coltivando la propria persona, il saggio diffonde attorno a sé un principio di
          ordine che, riflettendosi sulle persone vicine, si propaga per tutto l’universo. I due
          più importanti seguaci di Confucio, nell’antichità, furono Mencio (Meng-tzû) e Hsün-
          tzû.  Il  primo  definì  il  tipo  ideale  del  letterato  che  deve  vivere  secondo  le  virtù
          dell’umanità e dell’equità.  Hsün-tzû voleva che l’educazione e il governo fossero
          basati su un codice eticorituale che assegnasse a ciascuno il posto che gli conveniva

          in  una  società  gerarchizzata.  Dopo  il  fallimento  di  Ch’in  Shih  Huangti  che  aveva
          voluto fondare l’Impero sulle teorie dei legisti, secondo cui la legge, identificata con
          la  volontà  del  sovrano,  è  l’unico  principio  regolatore  della  vita  sociale,  gli  Han
          adottarono il confucianesimo come ideologia ufficiale dello Stato imperiale cinese e
          instaurarono il sistema del reclutamento dei funzionari attraverso gli esami imperiali.
          A questo periodo risale anche la religione imperiale con la quale si identifica talora
          la  religione  confuciana.  L’imperatore,  figlio  del  Cielo,  è  il  primo  sacerdote

          dell’Impero:  a  lui  spetta  praticare  il  culto  del  Cielo  e  della  Terra,  inaugurare
          l’aratura  primaverile,  promulgare  l’almanacco  nel  quale  sono  stabiliti  i  lavori  da
          fare e i giorni in cui vanno fatti. I prefetti e i sottoprefetti che rappresentano nelle
          loro  rispettive  circoscrizioni  l’imperatore,  praticano  i  medesimi  culti  su  scala
          locale. L’imperatore, inoltre, più che ogni altro, deve conformarsi alle prescrizioni
          rituali che hanno lo scopo di mettere la sua vita in armonia con quella dell’universo.

          Se  il  suo  comportamento  è  cattivo  l’armonia  viene  sconvolta  e  sulla  terra  si
          abbattono calamità e disgrazie: il figlio del Cielo è quindi responsabile dell’ordine
          naturale. Dopo la parziale eclisse avvenuta nel periodo detto delle « Sei dinastie » e
          una  brillante  ripresa  nei  secoli  della  dinastia  T’ang,  il  confucianesimo  subì  una
          notevole  trasformazione.  Sotto  l’influsso  del  taoismo  e  soprattutto  del  buddhismo
          (anche  se  a  questi  si  opponeva  come  rigida  antitesi)  si  sviluppò  sotto  la  dinastia
          Sung  una  nuova  scuola  filosofica  di  ispirazione  confuciana,  generalmente  nota  in

          Occidente  come  neoconfucianesimo.  A  differenza  di  quello  antico,  esso  cercò  di
          fondare  le  proprie  dottrine  etiche  e  politiche  su  organiche  premesse  metafisiche,
          psicologiche  e  gnoseologiche,  elaborando  complessi  sistemi  filosofici,  quali  il
          pensiero cinese non aveva conosciuto sino ad allora. Il neoconfucianesimo si divise
          ben  presto  in  due  scuole  maggiori,  quella  detta Hsing  Li  (dell’identità  tra  ordine

          naturale e natura umana), che ebbe in Chu Hsi* il massimo rappresentante; e quella
          detta Hsing Hsin (della identità tra natura umana e coscienza), che raggiunse il suo
          massimo sviluppo più tardi, con Wang Yang-ming (1472-1528). La prima fu tuttavia
          quella  che  ebbe  maggiore  fortuna:  i  commentari  ai  classici  elaborati  da  Chu  Hsi
          furono  dichiarati  ortodossi  e  divennero  in  tal  modo  testi  d’esame  per  la  carriera
          mandarinale.  Tutto ciò trasformò il neoconfucianesimo di  Chu  Hsi nella ideologia
          ufficiale dell’Impero e, più tardi, anche degli altri paesi di cultura cinese: Vietnam,
          Corea, Giappone.

          Nel XVII  sec.,  sotto  la  dinastia  Ch’ing,  si  verificò  un  movimento  di  reazione  alle
          scuole  neoconfuciane  che  propugnavano  un  ritorno  al  confucianesimo  del  periodo
          Han: a questo movimento si ispirarono alla fine del XIX e agli inizi del XX sec., anche
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