Page 189 - Dizionario di Filosofia
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Secondo Lucrezio il clinamen stabilisce anche il principio del libero arbitrio: « Se

          lo spirito stesso in tutti i suoi atti non obbedisce a una interiore necessità, se non è
          sottomesso a una costrizione che lo renderebbe del tutto passivo, ciò è il risultato di
          questa piccola “deviazione” degli atomi, che si sottrae a ogni determinazione nello
          spazio e nel tempo ». (V. LIBERTÀ.)

          CLINIA, in gr. Kleinías. filosofo pitagorico vissuto nella Magna Grecia nel IV sec.
          a.C. Erede di Pitagora, dopo la rovina della scuola pitagorica di Crotone, mantenne
          viva  la  tradizione  del  maestro  a  Reggio,  così  come  Archita  faceva
          contemporaneamente a Taranto. Sembra che abbia conosciuto direttamente Platone.
          CLINÒMACO,  in  gr. Kleinómachos,  filosofo  greco  (Turi,  Lucania, IV  sec.  a.C.).

          Appartenne alla scuola megarica fondata da Euclide di Megara che, sulla linea della
          dottrina  socratica,  si  sforzava  di  sviluppare  anche  certi  motivi  fondamentali  del
          pensiero  eleatico.  Clinomaco  fu  discepolo  di  Euclide  e  di  Eubulide  e,  secondo
          quanto tramanda la tradizione, sembra si sia occupato, in conformità con gli interessi
          della sua scuola di questione di logica.

          CLITÒMACO, in gr. Kleltómachos, filosofo cartaginese (Cartagine 180 a.C. circa –
          morto  suicida,  pare,  nel  110  circa).  Molto  giovane,  si  recò  ad  Atene  dove,
          affascinato  dalla  filosofia,  abbandonò  il  nome  semitico  di  Asdrubale  assumendo
          quello di Clitomaco e fece parte dei circoli della Nuova accademia che avevano in
          Cameade il più illustre rappresentante del tempo. Clitomaco fu uno dei discepoli più
          vicini a Carneade e ne tramandò le linee fondamentali del pensiero. Succedette al

          maestro  nel  129  a.C.  alla  direz  one  della  Nuova  accademia  e  lasciò  moltissimi
          scritti, pare più di quattrocento, ai quali avrebbe attinto Cicerone.
          CODIGNÒLA (Ernesto), filosofo, pedagogista e uomo politico italiano (Genova 1885
          - Firenze 1965). Docente di pedagogia a Firenze, si è occupato sia come uomo di

          scuola  sia  come  studioso  e  politico  dei  problemi  dell’educazione  e  della
          preparazione  dei  maestri.  Di  formazione  idealistica  e  gentiliana,  è  stato  sempre
          sostenitore di una scuola laica, suscitatrice di energie morali. Nel 1945 ha fondato a
          Firenze  la  scuolacittà  Pestalozzi  in  cui  ha  cercato  di  sviluppare  i  fondamentali
          presupposti  della  scuola  attiva.  Opere  principali: La  pedagogia  rivoluzionaria
          (1919), Problemi  didattici  (1919), Educatori  moderni  (1926), Linee  di  storia
          dell’educazione  e  della  pedagogia  (1938), Le  scuole  nuove  e  i  loro  problemi

          (1946).
          Cogito, ergo sum (« Penso, dunque esisto »). Celebre formula con cui Cartesio nelle
          Meditazioni metafìsiche e nel Discorso sul metodo esprime la certezza alla quale è
          giunto dopo il « dubbio* metodico ». Tale dubbio infatti può essere esteso su tutte le

          cose, ad eccezione che sul dubbio stesso poiché « se io dubito di tutto, è certo che
          dubito ». Ma dubitare vuol dire pensare, per cui è certo che « io penso, dunque esisto
          ».
          COHEN  (Hermann),  filosofo  tedesco  (Coswig,  Halle,  1842-Berlino  1918).  Fu  il
          fondatore  della  scuola  neokantiana  detta  di  Marburgo*,  presso  la  cui  università
          insegnò dal 1873 al 1912, avendo come discepoli Cassirer, Hartmann, Heidegger,
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