Page 185 - Dizionario di Filosofia
P. 185

determinato, una forma di vita sociale, disciplinata da norme adeguate di convivenza

          umana  e  fondate  su  un  certo  patrimonio  materiale  e  spirituale  di  tradizioni  e  di
          cultura. Incivile o « selvaggia » (da selva) fu invece detta la società degli « uomini
          della foresta », viventi al di fuori di qualsiasi legge umana e divina. Civile, per es.,
          venne  considerato  in  primo  luogo  il  mondo  cristiano,  e  anche  quello  islamico  e
          asiatico; e selvaggio il mondo degli autoctoni dell’Africa e dell’America, così come
          vennero descritti — con maggiore o minor fantasia — dai primi esploratori italiani,

          iberici e francesi.
          A  tale  statica  contrapposizione  fra  civiltà  e  inciviltà  andò  sostituendosi,  fin  dalla
          prima metà del Settecento, la dinamica concezione del Vico: tra l’uno e l’altro stato
          venne  intravista  dal  filosofo  italiano  una  continuità,  dal  semplice  (selvaggio)  al
          complesso (civile). Civiltà e il suo contrario vennero inquadrati nella teoria generale
          vichiana dei « corsi e ricorsi », secondo la quale la vita dei popoli si svolgerebbe in
          tre stadi successivi (del senso, della fantasia, della ragione) e ricorrenti, anche se in

          forme nuove.
          Gli illuministi francesi, intorno alla metà del Settecento, e specialmente Voltaire, nel
          suo Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni (1756), individuarono anch’essi
          una  continuità  dinamica  nel  processo  di incivilimento  (civilisation):  processo
          continuo  —  anche  se  qua  e  là  interrotto  da  battute  d’arresto  e  da  regressi  —  di
          elevamento della specie umana da una condizione inferiore di barbarie, propria dei

          selvaggi,  a  una  condizione  superiore  di  civiltà,  a  sua  volta  continuamente
          perfezionantesi. Questa concezione, tuttavia, fu capovolta, più o meno nello stesso
          periodo, da  J.-J.  Rousseau, che contrapponeva le « virtù » del buon selvaggio di
          contro alla « corruzione » del « civilizzato ». Contributi importanti alla definizione
          del  concetto  di  civiltà  vennero,  oltre  che  dal  Condorcet  nel  suo Abbozzo  di  un
          quadro  storico  dei  progressi  dello  spirito  umano  (1793),  anche  dagli  illuministi
          scozzesi: in particolare da A. Ferguson, con la sua Storia della società civile (1767)

          e J. Miller, Osservazioni sulla differenza delle classi nella società (1771).
          Dai  dibattiti  e  dalle  ricerche  che  accompagnarono  e  seguirono  queste  teorie  poté
          emergere la concezione etnologica della civiltà, che riconosceva a ciascun gruppo
          umano, a ciascuna società, una propria civiltà, più o meno antica, più o meno ricca:
          gli  uomini  dell’età  della  pietra  come  gli  Incas,  i  Greci  del  tempo  di  Pericle  e  i

          popoli barbari, Sciti, Parti ebbero una loro civiltà (oggi si preferisce usare il termine
          cultura). Oggi la visione che può dirsi brevemente « volteriana » può considerarsi
          alla base dell’accezione « volgare » del termine, mentre quella « etnologica », dalle
          elaborazioni del Romanticismo del primo Ottocento ai giorni nostri, ha costituito un
          punto  di  partenza  per  le  successive  formulazioni  scientifiche  e  storicofilosofiche
          aventi per oggetto « le civiltà ». Gli sconfinamenti tuttavia, da una parte e dall’altra,
          non sono mancati. È rimasta per es. come eredità del XVIII sec. una fede salda, anche
          se  non  sempre  chiaramente  espressa,  nella  perfettibilità  dell’individuo  e  delle

          società umane; si è mantenuta l’abitudine di classificare, di qualificare, distinguendo
          per  es.  le  civiltà  «  raffinate  »  della  Cina,  del  Giappone,  da  quelle  «  rozze  »  dei
          Fuegini o degli Ottentotti. Intorno al 1920, alcuni scrittori tedeschi (come Spengler)
   180   181   182   183   184   185   186   187   188   189   190