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un sistema di produzione e di proprietà: padroni e schiavi a Roma, signori e servi
nel medioevo, capitalisti e proletari nella società attuale costituiscono diverse classi
sociali. Ogni squilibrio tra il sistema di produzione e il sistema di proprietà ingenera
una lotta di classi destinata a ristabilire l’equilibrio mediante una trasformazione
della società; secondo Marx, l’attuale lotta di classi deve essere l’ultima, se essa
sfocia nella trasformazione socialistica della società, poiché il socialismo deve
instaurare il comunismo, ovvero la società senza classi.
CLASSIFICAZIONE. Operazione logica consistente nell’inquadrare nello stesso gruppo
e designare sotto lo stesso nome fatti, oggetti o esseri che hanno certe caratteristiche
in comune. Essa presuppone l’analisi, il confronto, la facoltà di fare astrazione dalle
differenze individuali. Classificare è una delle funzioni essenziali dell’intelligenza
umana: la formazione di una qualunque idea generale è un atto di classificazione. In
ogni scienza è necessario classificare i fenomeni e gli oggetti che si vogliono
studiare, ma le classificazioni hanno un’importanza del tutto particolare nelle scienze
che hanno per oggetto gli esseri viventi. Il primo e più sistematico tentativo di
classificazione è dovuto ad Aristotele, e restò praticamente immutato fin verso il XV
sec. Con lo sviluppo della nuova scienza e l’accrescimento delle conoscenze
sperimentali si pose anche il problema di nuove classificazioni e, conseguentemente,
di una più adeguata nomenclatura scientifica come ad es. in botanica (Linneo),
chimica (Lavoisier), ecc.
CLAUBERG (Johann), filosofo tedesco (Solingen, Vestfalia, 1622 - Duisburg 1665).
Iniziato in Olanda alla filosofia cartesiana, tentò di introdurla nelle scuole tedesche,
in particolare a Herborn e a Duisburg. Nei suoi numerosi scritti espose il
cartesianismo, senza tuttavia limitarsi a compiere un’opera di divulgazione; in
particolare, nelle Exercitationes centum de cognitione Dei et nostri si scostò in
qualche punto dal pensiero cartesiano per avvicinarsi al panteismo di Spinoza.
CLEANTE, in gr. Kleánthes, filosofo greco (Asso, Troade, 331 a.C. circa - † 232
a.C. circa). Fu dapprima atleta, poi si stabilì ad Atene e si legò al filosofo Zenone di
Cizio, fondatore della scuola stoica, al quale succedette nello scolarcato. Cleante
apportò alcune modifiche alla dottrina del maestro e mise in pratica l’insegnamento
morale zenoniano conducendo una vita di severa continenza conclusa con il suicidio.
Delle sue numerose opere ci sono giunti solo rari frammenti, tra cui un Inno a Zeus
notevole per la nobiltà del pensiero.
Bibliogr.: G. Verbeke, Kleanthes von Assos, Bruxelles 1949; E. Bréhier, Les
stoïciens, a cura di P. M. Schuhl, Parigi 1962.
CLINAMEN (voce lat., declinazione). Nella concezione filosofica di Epicuro, che
aveva accettato l’atomismo di Democrito, il clinamen (in gr. parénclisis) è la
debole possibilità che gli atomi hanno di deviare dalla loro linea di caduta,
possibilità che rompe la necessità meccanica degli eventi naturali e umani Con
questa correzione del meccanicismo universale Epicuro voleva evidentemente
introdurre un elemento capace di suggerire una certa libertà, allo scopo di dare agli
uomini la speranza che anche ciò che appariva ineluttabile potesse essere evitato.