Page 171 - Dizionario di Filosofia
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questi dati, abbraccerebbe nella medesima formula i movimenti dei più grandi corpi

          dell’universo  e  quelli  del  più  leggero  atomo:  nulla  sarebbe  incerto  per  essa  e
          l’avvenire  come  il  passato  sarebbe  presente  ai  suoi  occhi  ».  Tali  affermazioni,
          condivise dai fisici dell’epoca, non solo portano a una formulazione deterministica
          delle leggi della natura, ma riconducono queste ultime nell’ambito della meccanica,

          dando  luogo  così  a  un  modello  meccanicistico  della  natura.  Tuttavia  già  nel XVIII
          sec., il filosofo Hume affermava che la necessità dell’ordine causale è qualcosa di

          non rilevabile nell’esperienza, ma di aggiunto a essa dalla mente umana, e in Kant la
          causalità  è  intesa  come  categoria a  priori  dell’intelletto.  Nel XIX  sec.  anche  gli
          scienziati presero in seria considerazione il problema: il fisico e filosofo Ernst Mach
          giunse  ad  attribuire  alle  leggi  della  natura  un  semplice  significato  di  relazioni
          funzionali, di schemi provvisori. Ma solo nel XX sec., il principio di causalità è stato
          radicalmente reinterpretato. Si è visto il legame profondo tra la nozione tradizionale
          di causalità e quelle di determinismo e modello meccanicistico delle leggi naturali:

          fu proprio la crisi del meccanicismo, sempre meno adeguato a descrivere la realtà
          del mondo microscopico, che indusse a una revisione totale del concetto di causalità.
          Infatti  è  lecito  attribuire  a  due  eventi  un  nesso  causale  solo  quando  si  indica  un
          preciso  criterio  per  verificare  empiricamente  tale  nesso:  ora  la  fisica  quantistica
          dimostra che è possibile assegnare a un sistema fisico solo la probabilità, non la
          necessità che esso si trovi in un certo stato. Quindi il probabilismo viene a sostituire

          il determinismo e la nozione di causalità va modificata non potendo più riferirsi a
          cause ed effetti esattamente oggettivabili. Le tendenze di pensiero più moderne danno
          del  principio  di  causalità  una  formulazione  molto  cauta:  si  assume  cioè,  come
          postulato,  che  debba  esistere,  tra  le  varie  situazioni  osservabili,  una  dipendenza
          fisica.  Il  tipo  di  questa  dipendenza,  la  sua  formulazione  matematica  è  un  modello
          della  realtà,  che  può  essere  smentito  dall’esperienza  e  di  fronte  al  quale  occorre
          sempre assumere un atteggiamento critico (V. anche CAUSA.)

          Bibliogr.: Non è possibile dare una bibliografia in qualche modo esauriente circa un
          problema  di  tale  ampiezza;  ci  limitiamo  a  indicare  tre  testi  particolarmente
          significativi,  che  esprimono  tematiche  e  posizioni  culturali  assai  varie:  L.
          Brunschvicg, L’expérience  humaine  et  la  causalité  physique,  Parigi  1921;  E.

          Cassirer, Determinismo  e  indeterminismo  nella  fisica  moderna  (1936),  Firenze
          1972; Aa. Vv., L’interpretazione materialistica della meccanica quantistica, a cura
          di S. Tagliagambe, Milano 1972.

          causa sui, loc. lat. che significa causa di se stesso e che indica ciò che ha in sé la
          causa della propria esistenza. Con questa definizione della sostanza inizia l’Etica*
          di Spinoza.

          Caverna (LA), celebre immagine di Platone, nel VII libro della Repubblica. In una
          caverna rischiarata dall’esterno da un grande fuoco, immobili e con il volto contro la
          parete,  sono  incatenati  dei  prigionieri;  nello  spazio  tra  loro  e  il  fuoco  passano
          persone  e  oggetti,  e  le  loro  ombre,  proiettate  sul  muro,  sono  ritenute  realtà  dai
          prigionieri, che non hanno visto mai altro che ombre: tra esse stabiliscono rapporti,
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