Page 166 - Dizionario di Filosofia
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problema che interessa mediante un altro problema, ancora casuale, di formulazione

          e accessibilità più semplice.
          • Caso, determinismo, finalismo. Secondo il principio deterministico (precisato per
          la prima volta da Laplace) l’insieme dei fenomeni naturali è traducibile in un sistema
          finito di equazioni differenziali di ordine finito, aventi come incognite funzioni di un

          unico  parametro,  il  tempo.  La  conoscenza  di  tutte  le  funzioni  incognite  (e  di  un
          opportuno numero delle loro derivate) al tempo t=t , consente la conoscenza delle
                                                                         o
          funzioni  stesse  a  un  tempo t  qualsiasi  prescindendo,  ovviamente,  dalle  difficoltà
          algoritmiche. A questo principio deterministico (che non può dirsi né vero né falso) i
          fisici  moderni  hanno  contrapposto  un  principio  probabilistico,  secondo  il  quale

          sussiste  ancora  lo  schema  matematico  precedente,  ma  le  funzioni  che  ne  sono
          l’oggetto,  anziché  rappresentare  la  misura  di  grandezze  fisiche,  rappresentano  la
          probabilità  che  una  esperienza  eseguita  al  tempo t  fornisca  un  certo  risultato.  (V.
          QUANTI [teoria dei].)
          L’atteggiamento finalistico, infine, che ebbe il suo periodo aureo nell’Ottocento, è
          una sorta di antropomorfismo della natura, ed enuncia le leggi naturali affermando

          che, fra tutti i modi possibili in cui un evento può manifestarsi, la natura sceglie quel
          modo  secondo  il  quale  un  certo  fine  è  raggiunto  in  modo  più  prossimo.
          Concretamente, ciò consiste nel considerare le equazioni che reggono un fenomeno
          come  quelle  che  risolvono  un  problema  variazionale,  consistente  nel  rendere
          massima  (o  minima)  una  determinata  grandezza  matematica  (funzionale)  costruita
          mediante  le  variabili  che  caratterizzano  il  fenomeno.  Ad  es.  le  equazioni  di
          Lagrange,  che  descrivono  il  moto  di  un  sistema  meccanico,  possono  dedursi  dal

          principio variazionale di minima azione.
          CASSIRER (Ernst), filosofo tedesco (Breslavia 1874 - Princeton, New Jersey, 1945).
          Professore  ad  Amburgo  dal  1919,  all’avvento  del  nazismo  esulò  nel  19.1.1  in
          Svezia, poi, nel 1941, negli Stati Uniti. Fece parte della scuola di Marburgo*, una

          delle  correnti  del  neokantismo  tedesco,  e  si  interessò  in  particolare  alla  logica
          matematica,  alle  funzioni  simboliche  del  pensiero,  alla  teoria  della  forma*  e  alla
          storia  della  filosofìa.  Opere  principali: Storia  della  filosofia  moderna  (4  voll.)
          [Das  Erkenntnisproblem  in  der  Philosophie  und  Wissenschaft  der  neueren  Zeit,
          1906-1920], Concetto di sostanza e concetto di funzione (1910), Libertà e Forma
          (1917), Idea  e  Forma  (1921), Filosofia  delle  forme  simboliche  (1923-1929),
          Individuo  e  cosmo  nella  filosofia  del  Rinascimento                    (1927), La  filosofia

          dell’Illuminismo (1932).
          Bibliogr.: Una esauriente nota bio-bibliografica è in appendice a E. Cassirer, Saggio
          sull’uomo, a cura di L. Lugarini, Roma 1968; molto importante è The philosophy of
          Ernst Cassirer, a cura di P. A. Schilpp, Evanston 1949 (rist. Nuova York 1958).

          CASUALISMO. Dottrina che attribuisce al caso gli avvenimenti e la loro successione.
          (V. anche CONTINGENZA, INDETERMINISMO, TICHISMO.)
          CATALÈSSI (gr. katálēpsis, comprensione). Per gli stoici antichi, la percezione della
          realtà, che si attua nella fantasia* catalettica.
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