Page 162 - Dizionario di Filosofia
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dualismo di bene e di male sarebbe derivata la divisione degli uomini per mezzo di
          barriere  fittizie  come  la  proprietà,  il  matrimonio,  le  leggi  politiche  o  religiose:
          questa  creazione,  radicalmente  negativa,  comporta  che  ogni  legge  deve  essere
          disprezzata.  Carpocrate  dichiara  che  si  può  arrivare  alla  liberazione  mediante  la
          scienza del divino, o gnosi, così come vi pervennero Pitagora, Platone e Aristotele.
          Tale liberazione è, secondo lui, la stessa che ha conosciuto e raccomandato Gesù.

          CARTESIANISMO  o  CARTESIANÈSIMO.  La  filosofia  di  Cartesio  ebbe  fin  dal  suo
          apparire un vivo successo in Francia; Rohault e Sylvain Régis esposero la dottrina
          del  filosofo  in  una  serie  di  conferenze  che  furono  molto  seguite.  Gli  oratoriani  e
          Port-Royal  aderirono  allo  spirito  della  dottrina  cartesiana.  Ma  a  poco  a  poco  i
          gesuiti,  dapprima  indecisi,  si  opposero  alla  dottrina  di  Cartesio  e,  per  loro
          pressione,  il  Sant’Uffizio  la  condannò  (1663).  A  richiesta  della  Sorbona,  il

          Consiglio  del  re  ne  interdisse  l’insegnamento  in  Francia  (1671).  Il  cartesianismo
          nondimeno  non  cessò  di  esercitare  una  grande  influenza  su  tutti  gli  aspetti  della
          cultura francese. Analoga fortuna ebbe negli Stati protestanti dell’Olanda; Geulincx e
          soprattutto Spinoza subirono la sua profonda influenza. In Germania fu accolto più
          favorevolmente  dai  riformati  che  dai  luterani:  i  principali  sostenitori  ne  furono
          Clauberg e Bekker. In Inghilterra, dove trionfava la filosofia empiristica inaugurata

          da  Bacone,  fu  sostanzialmente  avversato,  in  particolare  da  Locke,  Newton  e
          Berkeley.
          In Italia, nel risveglio della cultura alla fine del Seicento, il razionalismo cartesiano
          ebbe notevole influsso, e specialmente nell’ambiente meridionale (con il pedagogista
          G.  Caloprese).  La  stessa  estetica  d’Arcadia,  in  particolare  la Ragion poetica  del
          Gravina, trovò un fondamento teoretico nel pensiero di Cartesio; ma è pur vero che il
          critico  più  acuto  del  cartesianismo  fu  proprio  il  napoletano  Giambattista  Vico. A

          partire dal XVIII sec. il cartesianismo fu interpretato in due modi nettamente opposti.
          Da  una  parte  fu  considerato  come  un  idealismo  e  uno  spiritualismo  (così  come
          l’avevano  inteso  nel XVII  sec.  la  maggior  parte  dei  discepoli  di  Cartesio,  in
          particolare  La  Forge  e  Malebranche)  e  combattuto  come  tale  da  Voltaire,  che  si
          rifece  a  Locke  e  a  Newton;  all’opposto,  il  cartesianismo  fu  anche  considerato  un
          razionalismo  materialistico  e  meccanicistico,  e  rivendicato  dai  grandi  filosofi

          materialisti francesi del XVIII sec.: Leroy, Le Mettrie, Cabanis, Diderot, d’Alembert,
          Helvétius, d’Holbach. Infine, come dottrina metafisica razionalistica, fu criticata da
          Condillac, Hume e Kant.
          Questa varietà di interpretazioni del sistema di Cartesio, che continuò nel secc. XIX e
          XX, attesta la ricchezza e la profondità del suo insegnamento. Il cogito di Cartesio è
          stato oggetto di innumerevoli discussioni: tra le più recenti va segnalata da critica
          condotta da E. Husserl soprattutto nelle Meditazioni cartesiane (1931) e ne La crisi

          delle scienze europee (1936).
          Bibliogr.: F. Bouillier, Histoire de la philosophie cartésienne, 2 voll., Parigi 1868;
          G. Monchamp, Histoire du cartésianisme en Belgique, Bruxelles 1886; L. Berthé de
          Besaucele, Les  cartésiens  d’Italie,  Parigi  1920;  Aa.  Vv., Descartes  et  le

          cartésianisme hollandais, Parigi 1950; A. Vartanian, Diderot e Descartes, Milano
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