Page 164 - Dizionario di Filosofia
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l’esperienza, e infine le idee fittizie, cioè arbitrariamente composte dal soggetto. In

          base  al  principio  del  dubbio  metodico,  il  soggetto  non  può  sapere  se  realmente
          esistano  fuori  di  sé  le  cose  rappresentate  dalle  idee,  se  cioè  all’idea  di  stelle,
          cavallo, ecc. corrisponda veramente una qualche realtà oggettiva. Ma se questo vale
          per tutte le idee, non vale per l’idea innata che si ha di Dio, perché è l’idea della
          perfezione totale, della onnipotenza e dell’onniscienza e pertanto il soggetto non può
          averla creata da sé. Fuori di se stessi, al di sopra di sé, deve quindi esistere Dio,

          come  realtà  certissima  e  anch’essa  inattaccabile  dal  dubbio.  Cartesio  offre  altre
          prove dell’esistenza di Dio, tutte basate sull’idea che il soggetto ne possiede; ma in
          lui  questa  ricerca  del  divino  non  nasce  da  una  esigenza  teologica  come  poteva
          accadere per gli scolastici medievali, quanto piuttosto dalla necessità di reperire una
          garanzia dell’esistenza e della concreta realtà oggettiva del mondo; Dio, infatti, in
          quanto  essere  perfetto,  buono  e  verace  non  può  ingannare  il  pensante  e  la  sua
          esistenza  garantisce  che  tutto  ciò  che  appare  come  chiaro  ed  evidente  esiste

          realmente. In questo senso possiamo veramente applicare a tutti i campi del sapere il
          metodo  geometrico-matematico.  Il  mondo  esterno  è  per  Cartesio  riducibile
          all’estensione corporea, la res extensa, che coincide rigorosamente con lo spazio e
          che  quindi  esclude  in  modo  assoluto  l’ipotesi  del  vuoto.  Pertanto  la  filosofia
          cartesiana sfocia in un dualismo tra pensiero (res cogitans) e materia (res extensa)
          che  crea  una  serie  di  gravi  difficoltà,  perché  l’estensione  corporea,  che  è

          meccanicismo e passività, non può agire sul pensiero, che è inesteso, e viceversa.
          Cartesio volle dare una soluzione tutta verbale al problema dicendo che lo spirito,
          cioè il pensiero, agisce sul corpo attraverso la « ghiandola pineale »; ma in realtà il
          problema rimase aperto e diede luogo a una serie di approfondimenti da parte dei
          filosofi posteriori come Malebranche, Spinoza e Leibniz. La fisica cartesiana ritiene
          che tutto l’universo sia un gigantesco meccanismo, una volta per tutte messo in moto
          da Dio; questa tesi, anche se più tardi superata, ebbe il merito di unificare sotto una

          unica  prospettiva  tutti  i  fenomeni  del  cosmo.  Cartesio  non  trattò  la  morale  in
          un’opera  a  parte;  ma  al  problema  etico  accenna  nel Discorso  sul  metodo,  nelle
          Passioni dell’anima e in molte lettere nelle quali afferma la necessità di adottare una
          « morale provvisoria », in attesa di avere un sistema totale di verità che permetta
          l’adozione  di  una  morale  definitiva.  Questa  morale  è  venata  di  stoicismo  ed  è

          animata da una esigenza razionalistica, in quanto il filosofo tende a identificare la
          virtù con l’accettazione della ragione.
          Bibliogr.: Oeuvres de Descartes, a cura di C. Adam e P. Tannery, 13 voll., Parigi
          1897-1913 (ne è stata ora ristampata una seconda edizione a cura di B. Rochot); la
          corrispondenza è stata pubblicata da C. Adam e G. Milhaud, 8 voll., Parigi 1936-
          1963;  molto  importante,  per  il  ricco  commento,  l’edizione  del Discours  de  la

          méthode, a cura di E. Gilson, Parigi 1925. In italiano: Cartesio, Opere, 2 voll., Bari
          1967; Opere scientifiche, vol. I, La biologia, a cura di G. Micheli, Torino 1966. Su
          C.: G. Sebba, Bibliographia cartesiana, A criticai guide to the Descartes literature
          1800-1960,  L’Aia  1964;  N.  Kemp  Smith, Studies  in  the  cartesian  philosophy,
          Londra  1902  (rist.  1962);  O.  Hamelin, Le système de  Descartes,  Parigi  1911;  H.
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