Page 158 - Dizionario di Filosofia
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professore successivamente nelle università di Cagliari, Roma, Pavia e Milano,
dichiarandosi seguace di una filosofia critica e problematica, ha cercato nei suoi
scritti di ricostruire il senso della cultura e dei valori operanti nella storia fuori da
preclusioni dogmatiche. Opere principali: Il pensiero dei primitivi (1941), Il
pensiero di Dostoievski (1948), Mito e storia (1943), Umano e disumano (1958),
Antropologia quotidiana (1975).
CAPASSO (Giovanni Battista), storico della filosofia (Grumo, Napoli, 1683 -
Frattamaggiore 1736). Autore di una storia della filosofia dalle origini fino a
Cartesio (Historiae philosophiae synopsis sive de origine et progressu
philosophiae, de vitis, sectis et systematis omnium philosophorum, 1728), la prima
opera di questo genere.
CARABELLIESE (Pantaleo), filosofo italiano (Molfetta 1877 - Genova 1948).
Professore all’università di Palermo, dal 1931 ordinario di storia della filosofia
all’università di Roma, quindi di filosofia teoretica, designò il proprio indirizzo
speculativo, che risentiva dell’insegnamento del Varisco, come « ontologismo critico
». Il suo pensiero rappresenta infatti il tentativo di ripensare l’ontologismo alla luce
del criticismo kantiano, rivalutato, contro le interpretazioni idealistiche, nelle sue
istanze oggettivistiche. Il Carabellese ritenne di poter individuare nella tradizione
filosofica italiana, efficacemente rappresentata dal Vico e dal Rosmini, una valida
esigenza realistica tale da renderla totalmente contrapposta alle esasperazioni
dell’idealismo hegeliano e posthegeliano. Per questa via egli giunge a un ampio
ripensamento della storia della filosofia europea: La filosofia di Kant (1927),
L’idealismo italiano (1939), Da Cartesio a Rosmini (1946).
Bibliogr.: F. Vicarelli, Il pensiero di Carabellese, Roma 1952; Aa. Vv., P.
Carabellese, Torino 1955.
CARATTERISTICA universale. Nome dato da Leibniz a un linguaggio filosofico
universale che egli aveva desiderato creare e al quale pensò per tutta la vita.
Leibniz si chiedeva se non fosse possibile trovare segni applicabili non solo alle
grandezze più generali, ma anche a ogni specie di cose, ossia una caratteristica
universale. Per trovarla, era necessario individuare le idee semplici, dalle quali tutte
le altre si formano, poi determinare le loro combinazioni possibili e infine esprimere
queste idee e le loro combinazioni con segni aventi valore assoluto: tale linguaggio
sarebbe stato analogo a quello matematico.
CARATTEROLOGÌA. Termine introdotto da Wundt per indicare la scienza psicologica
dei caratteri individuali e della loro formazione. Attraverso l’analisi e la descrizione
dei diversi caratteri, questo studio si riallaccia alla problematica dei moralisti
razionalisti (La Bruyère, La Rochefoucauld, ecc.), ma al tempo stèsso affronta
l’analisi dei mezzi che l’individuo possiede per controllare il proprio carattere. La
psicologia moderna, fondata sullo studio oggettivo delle reazioni dell’individuo ai
diversi stimoli ambientali, apporta una nuova base alla caratterologia basandola su
ricerche fondate sui metodi statistici. Partita da un approccio di tipo biologico (studi
sulle determinazioni nervose e di endocrinologia, condizioni dello sviluppo