Page 144 - Dizionario di Filosofia
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causa, il che non è. Ogni effetto, in realtà, è sempre un fatto nuovo che nasce da un

          atto sostanzialmente libero, contingente e non necessario della realtà naturale. Tutto
          quanto il mondo della natura, dalla più elementare realtà inorganica e meccanica ai
          più complessi fenomeni fisicochimici, fino alle forme più alte della vita psichica, è
          derivato,  secondo  il  positivismo  meccanicistico,  dalla  base  inorganica;  in  verità,
          osserva  Boutroux,  se  fosse  veramente  così,  bisognerebbe  pensare  che  le  forme
          superiori  erano  già  implicite  in  quelle  inferiori  e  cioè  che  il  più  articolato  e

          complesso  deriva  dal  meno  complesso.  In  base  a  questa  critica  della  concezione
          positivistica  Boutroux arriva così a una visione strumentalistica della scienza che
          avrebbe il compito di adattare le cose alla nostra intelligenza; all’intellettualismo
          scientistico  egli  finisce  per  contrapporre  nettamente,  secondo  la  tradizione
          spiritualistica,  la  libertà  dell’uomo  e  la  validità  dell’esperienza  religiosa.  Opere:
          L’idea di legge naturale nella scienza e nella filosofia (1895), Studi di storia della
          filosofia (1897), Pascal (1900), Scienza e religione nella filosofia contemporanea

          (1908), William James (1911). Discepolo di Boutroux fu H. Bergson, che sviluppò
          le istanze spiritualistiche del maestro nel suo « intuizionismo ».
          Bibliogr.: Scienza e religione nella filosofia contemporanea, a cura di  P.  Serini,
          Milano  1933; Della  contingenza  delle  leggi  della  natura,  a  cura  di  G.  Tarozzi,

          Torino 1938; su B.: A, Baillot, E. Boutroux et la pensée religieuse, Parigi 1958; G.
          Invitto, Emile  Boutroux:  dall’  esigenzialismo  al  pragmatismo  mistico,  Napoli
          1970.
          BOVIO (Giovanni), filosofo e uomo politico italiano (Trani 1841 - Napoli 1903), Fu
          uno dei più popolari esponenti della Sinistra democratica e repubblicana nel periodo

          postunitario.  Tipica  figura  di  libero  pensatore,  incline  all’anarchismo,  pubblicò
          alcune  opere  di  filosofia  del  diritto  di  impostazione  hegeliana  che  gli  valsero  la
          cattedra della materia all’università di Napoli. Attratto poi dal positivismo, formulò
          i principi di un « naturalismo matematico » (Schema di un naturalismo matematico,
          1877).  Deputato  nei  1876  per  il  partito  repubblicano,  teorizzò  una  «  repubblica
          sociale » basata sull’assoluta libertà di pensiero (Scritti filosofici e politici, 1883;

          Dottrina dei partiti in Europa, 1886) e redasse il programma del partito nel 1897.
          BRADLEY  (Francis  Herbert),  filosofo  inglese  (Glasbury,  Brecknockshire,  1846  –
          Oxford 1924). Compì i suoi studi a Oxford dove poi insegnò; fu uno dei maggiori
          rappresentanti  di  quell’idealismo  anglosassone  che  fra  la  fine  dell’Ottocento  e  i
          primi  del  Novecento  si  oppose  al  positivismo  evoluzionistico  dilagante,  pur

          mantenendo  un  atteggiamento  critico  verso  la  metafisica  tradizionale  a  sfondo
          religioso.  Secondo  Bradley,  il  mondo  dell’esperienza,  sul  quale  si  fonda  il
          positivismo, è irto di contraddizioni illusorie essendo costruito su relazioni, i cui
          termini, pur diversi tra loro, hanno bisogno uno dell’altro per sussistere. Il mondo
          empirico è pertanto un’apparenza che manca di unità; proprio perciò ci rimanda a
          una  realtà  assoluta  in  cui  le  contraddizioni  debbono  essere  risolte  in  una

          ricomposizione e in una identità che ci sfugge. Bradley, quindi, pur allineandosi con
          Hegel nella riaffermazione della realtà dell’assoluto, giunge a conclusioni scettiche
          riguardo  alla  possibilità  di  determinarlo.  Opere  principali: Principi  di  logica
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