Page 141 - Dizionario di Filosofia
P. 141
BOGDANOV (Aleksandr Aleksandrovič MALINOVSKIJ, detto), pensatore ed
economista russo (1873 - Mosca 1928). Tra le opere principali: Scienza
organizzativa universale (1913-1917). Le sue idee filosofiche e politiche
(empiriomonismo*), assai prossime all’empiriocriticismo di Avenarius e Mach,
sono state criticate da Lenin in Materialismo ed empiriocriticismo.
BOLZANO (Bernhard), filosofo, teologo e matematico cèco, di origine italiana (Praga
1781-1848). Sacerdote cattolico, insegnò filosofia della religione all’università di
Praga a partire dal 1805, ma dovette abbandonare la cattedra nel 1820, accusato di
razionalismo. All’idealismo postkantiano egli oppose una concezione scientifica
della filosofia, fondata sulla matematica, che fu una delle fonti della fenomenologia
di Husserl. Opere principali: Dottrina della scienza (1837), in cui espone la sua «
logica pura »e i postumi Paradossi dell’infinito (1851), sul problema dell’infinito e
dell’infinitesimale.
BONALD (Louis, visconte DI), scrittore e filosofo francese (castello di Monna, presso
Millau, 1754-1840).
Le sue opere (fra cui un Saggio analitico sulle leggi naturali dell’ordine sociale,
1800, e le Ricerche filosofiche, 1818) costituirono la base del conservatorismo
sociale e politico, poiché egli attribuiva alla rivelazione divina la totalità delle
cognizioni umane, ripudiava violentemente l’individualismo del XVIII sec. e
concepiva la società come una gerarchia di comunità con al sommo il potere
monarchico, investito dall’autorità « patriarcale » dalla presenza divina.
BONAVENTURA da Bagnorea (santo), dottore della Chiesa, massimo rappresentante
dell’agostinismo medievale (Bagnorea, ora Bagnoregio, Viterbo, 1221 - Lione
1274). Entrò nei frati minori nel 1243 a Parigi, dove compiva gli studi. Ebbe come
maestro Alessandro di Hales e, dal 1248, iniziò l’insegnamento nel proprio ordine.
Sono di questo periodo i commentari alle Sentenze di Pier Lombardo, le
Quaestiones disputatae e il Breviloquium, piccola summa theologica. Si diede poi
alla difesa degli ordini mendicanti contro le accuse del clero secolare, mosse per
bocca di Guillaume de Saint-Amour, con il De perfectione evangelica. Nel 1257,
diventato generale dell’ordine si adoperò per armonizzare le tendenze discordanti,
combattendo l’estremismo gioachimitico degli « spirituali »; promulgò le nuove
costituzioni dette narbonesi (1260). Entrò quindi nella polemica antiaverroistica
(1267-1268), che riprese più tardi, dopo una nuova difesa dei francescani (Apologia
pauperum, 1270), con una serie di lezioni sull’Hexaemeron (1273); esse furono
interrotte dalla sua nomina a cardinale vescovo di Albano (1273) da parte di
Gregorio X.
La sua immensa opera (pubblicata in edizione critica in dieci volumi in folio tra il
1881 e il 1902) fa di Bonaventura, cui fu dato il nome di Doctor seraphicus, uno dei
più grandi teologi del medioevo. Oltre agli scritti ricordati, sono fondamentali il De
reductione artium ad theologiam, il De triplici via e l’Itinerarium mentis in Deum,
l’opera sua più celebre. Sintesi dell’agostinismo, la sua dottrina appartiene
pienamente alla tradizione mistica, dominata dalla realtà salvifica di Cristo, cui tutte