Page 136 - Dizionario di Filosofia
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libera dell’uomo, che attraverso gli strumenti del linguaggio e della società realizza
il momento più alto e complesso dell’evoluzione creatrice. In tal modo nel pensiero
misticheggiante del Bergson rivive in pieno l’entusiasmo per il progresso
dell’umanità, che era stato tipico dell’idealismo tedesco prima e di tutto il
positivismo europeo poi.
I suoi scritti più importanti, oltre a quelli citati, sono: Materia e memoria* (1896), Il
riso* (1900), Introduzione alla metafisica (1903), Il cervello e il pensiero (1904),
L’energia spirituale* (1919), Durata e simultaneità* (1922), Le due fonti della
morale e della religione* (1932), Lettere al padre Sertillanges (1937).
Blbliogr.: Gli scritti di B. sono pubblicati da H. Gouhier e A. Robinet, Parigi 1959;
in italiano: Il riso, a cura di L. Cerdini, Torino 1961; Introduzione alla metafisica, a
cura di A. Vedaldi, Firenze 1958; L’evoluzione creatrice, a cura di A. Vedaldi,
Firenze 1963; Le due fonti della morale e della religione, a cura di M. Vinciguerra.
Milano 1950; su B.: J. Chevalier, Bergson’. Brescia 1946; Aa. Vv., Études
bergsoniennes, 2 voll., Parigi 1948-1949; G. Deleuze, Le bergsonisme, Parigi 1966;
V. Mathieu, Bergson. Il profondo e la sua espressione, Napoli 1971.
BERKELEY (George), filosofo ed ecclesiastico irlandese (Thomastown, Irlanda, 1685
- Oxford 1753). Dopo gli studi compiuti a Dublino, entrò negli ordini e insegnò
greco, ebraico e teologia. Viaggiò in Francia, in Spagna, in Italia dal 1713 al 1720.
Nel 1729 con la moglie Ann Forster partì per l’America per fondare un collegio
universitario alle Bermude; ma, sbarcato nel Rhode Island, dovette rinunciare al
progetto per mancanza di mezzi adeguati. Nel 1734 fu nominato vescovo di Cloyne
(Irlanda). Opere: L’aritmetica dimostrata senza l’aiuto dell’algebra e della
geometria (1704), Teoria della visione (1708), Trattato sui princìpi della
conoscenza umana (1710), Tre dialoghi tra Hylas e Philonus (1712), Trattato sul
movimento (1721), Alcifrone (1732), L’analista (1734), Siris, catena di riflessioni
e ricerche filosofiche sulle virtù dell’acqua di catrame (1744), in cui prende
pretesto dallo studio di questo farmaco per trattare problemi di metafisica.
La preoccupazione principale di Berkeley è di natura religiosa: egli volle combattere
il materialismo e lo scetticismo avvalendosi dello stesso metodo empiristico usato
dai suoi avversari. Punto di partenza di ogni processo conoscitivo è la sensazione, al
di là della quale non possiamo conoscere nulla: noi conosciamo solo le nostre
percezioni. Di conseguenza il mondo materiale è esclusivamente una
rappresentazione del nostro spirito; non esistono né costanze né permanenze, ma
unicamente spiriti e le idee fornite loro da Dio; l’essenza dei corpi si esaurisce nel
loro essere percepiti: esse est percipi. La causa delle modificazioni sensibili non si
trova né negli oggetti materiali né in noi, ma in Dio, e i fenomeni della natura sono
appunto il linguaggio con cui Dio ci parla e dirige la nostra volontà. Locke aveva
stabilito una distinzione tra le qualità primarie e le qualità secondarie; Berkeley
mostrò che tutte sono riconducibili alle sensazioni e che pertanto tutte le qualità sono
secondarie, cioè soggettive (idealismo soggettivo, e soggettivismo).
Bibliogr.: T. E. Jessop, A bibliography of George Berkeley, L’Aia 1973; The works
of George Berkeley, a cura di A. A. Luce e T. E. Jessop, 9 voll., Edimburgo-Londra