Page 129 - Dizionario di Filosofia
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sfondo logicorazionale. Opere: Lutero e Kant (1904), Kant (1921), Verità, valore e

          realtà (1923), L’Idea (1926), Etica (1935).
          BAUER (Bruno), filosofo tedesco (Eisenberg 1809 - Rixdorf, presso Berlino, 1882).
          Sembrò in un primo tempo voler conciliare filosofia e teologia: Critica della vita di
          Gesù  di  Strauss  (1835-1836), Esposizione  critica  della  religione  dell’Antico

          Testamento  (1838);  poi,  nominato  professore  a  Bonn  (1839),  si  orientò  verso  la
          negazione radicale del cristianesimo e divenne uno dei capi dei giovani hegeliani:
          La Chiesa evangelica di Prussia e la scienza (1840), Critica dei fatti contenuti nel
          Vangelo  di  san  Giovanni  (1840), Critica  della  storia  evangelica  dei  Sinottici
          (1841). Essendogli stato proibito (1842) di svolgere il suo corso, Bauer si ritirò a
          Berlino e assunse una posizione nettamente avversa alla Chiesa tedesca, pubblicando
          La questione della libertà e il mio caso personale (1843). Il governo svizzero fece

          sequestrare, ancor prima che fosse stampato, il suo Cristianesimo rivelato (1843). A
          partire dal 1843,  Bauer si volse alla politica e alla storia con una lunga serie di
          opere  che  furono  oggetto  di  violente  critiche  da  parte  di  Marx  e  di  Engels  nella
          Sacra famiglia* (1845) e nell’Ideologia tedesca (1845-46), in quanto espressioni di
          un atteggiamento ideologico, puramente astratto e velleitario.

          Bibliogr.: Scritti di B. sono tradotti in: La sinistra hegeliana, a cura di K. Löwitz,
          Bari 1966; su B.: C. Cesa, B. Bauer e la filosofia dell’autocoscienza (1841-1843),
          «  Giornale  critico  della  filosofia  italiana  »,  1960;  E.  Rambaldi, Le  origini  della
          sinistra  hegeliana,  Firenze  1966;  A.  Zanardo, B.  Bauer  hegeliano  e  giovane
          hegeliano, « Rivista critica di storia della filosofia », 1966.

          BAUMGARTEN  (Alexander  Gottlieb),  filosofo  tedesco  (Berlino  1714  -  Francoforte
          sull’Oder 1762). Seguace di Leibniz e di Wolff, insegnò ad Halle e a Francoforte
          sull’Oder.  Studioso  di  problemi  della  conoscenza,  ebbe  il  grande  merito  di
          considerare per primo l’attività estetica come un’attività autonoma. Mentre infatti la
          tradizione  leibniziana  distingueva  tra  conoscenze  sensibili  oscure  e  conoscenze

          chiare  e  intellettualmente  valide  (per  cui  le  prime  rimanevano  subordinate  alle
          seconde)  egli  valorizzò  la  conoscenza  sensibile  come  dotata  di  una  sua  validità
          gnoseologica  e  indipendente  dalla  conoscenza  logica  vera  e  propria.  Su  queste
          conoscenze sensibili, secondo il Baumgarten, si basa la nostra attività « estetica »,
          che ci porta a riconoscere un valore particolare riguardante il bello. Nella sua opera
          più  celebre, Aesthetica  (il  termine  di estetica  fu  appunto  creato  da  lui),  col
          riconoscere l’autonomia di questa « scienza della conoscenza sensibile », portò un

          decisivo contributo all’Illuminismo, in quanto valorizzò definitivamente una concreta
          attività dell’uomo, e inoltre gettò le basi di una disciplina che, per merito di Kant e
          dell’idealismo, doveva occupare un posto di rilievo tra le scienze filosofiche.
          Bibliogr.: Aesthetica (1750), Hildesheim 1961; su B.: H. G. Peters, Die Ästetik A.

          G. Baumgartens und ihre Beziehungen zum Ethischen, Berlino 1934. In generale,
          sull’estetica  del  Settecento  è  da  vedere  il  capitolo  conclusivo  di  E.  Cassirer, La
          filosofia dell’illuminismo, Firenze 1936.
          BAYLE (Pierre), scrittore e pensatore francese (Le Carla 1647 - Rotterdam 1706).
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