Page 123 - Dizionario di Filosofia
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Bacone distingue, infatti, due vie per accedere alla verità: « L’una parte dalle
sensazioni e dai fatti particolari e di lì prende il volo per le proposizioni più
generali, e, fondandosi su tali principi e sulla loro verità ritenuta incrollabile, scopre
e giudica le proposizioni intermedie; questa è la via che è stata abitualmente seguita.
L’altra, partendo analogamente dalle sensazioni e dai fatti particolari, deriva di lì le
proposizioni ascendendo in modo continuo e progressivo fino ad arrivare alle più
generali: questa è la vera via, ma nessuno l’ha ancora percorsa ». Questa seconda
via costituisce una vera e propria innovazione, un’« instaurazione della scienza »;
essa consiste prima di tutto nella sottomissione al fatto: « Non si trionfa sulla natura
se non obbedendole ». La sperimentazione, che fa dell’uomo « l’interprete della
natura », deve essere paziente e circospetta, poiché « non di ali abbisogna il nostro
spirito, ma di suole di piombo ». La nostra esperienza sensibile deve essere
controllata con la massima cura, poiché soggetta a ogni forma di errori o « idoli »:
idola tribus (pregiudizi della specie umana), idola specus (pregiudizi dello spirito
individuale), idola fori (pregiudizi sociali), idola theatri (pregiudizi dottrinali). Per
organizzare razionalmente e metodicamente l’esperienza Bacone istituisce particolari
procedimenti o tavole: tavole di presenza, di assenza, dei gradi: si ottiene così il
risultato di ordinare metodicamente la ricerca sperimentale, superando la casualità e
la farraginosità dei naturalisti cinquecenteschi (maghi, alchimisti ecc.), anche se
resta ancora aderente a una fisica di tipo qualitativo. Per Bacone « la vera scienza è
la scienza delle cause », l’unica garantita dalla sua fecondità teorica e pratica: « Ciò
che ha funzione di causa per la speculazione, diviene una regola per l’azione pratica
». La legge generale verrà tratta per induzione dall’esperienza condotta così, con
precisione e fermezza, e non mediante una semplice « induzione totalizzante », che si
limiti a riassumere i dati acquisiti, bensì grazie a un’induzione amplificante*, che
vada al di là del dato acquisito per intravvedere l’avvenire e legiferare anche su fatti
ancora ignoti, ma assimilabilì a fatti conosciuti, nel quadro del determinismo
universale. In questo modo la scienza diventa veramente conquistatrice e attiva e
permette all’uomo di dominare la natura, di cui il suo pensiero riflette l’« azione
intima » e il movimento. La scienza sfugge a ogni altra autorità che non sia quella
della ragione. Continuatore della speculazione naturalistica rinascimentale, Bacone
appare nello stesso tempo come l’iniziatore dell’empirismo inglese, e l’annunciatore
del metodo cooperativo e pubblico del pensiero scientifico moderno. Suo merito
fondamentale, infatti, fu di aver intuito, con una sensibilità per così dire divinatrice,
le vaste possibilità di una scienza della natura.
Bibliogr.: Opere filosofiche, a cura di P. Rossi, Torino 1975; su B.: F. H. Anderson,
The philosophy of Francis Bacon, Chicago 1948; B. Farrington, Francesco Bacone
filosofo dell’età industriale, Torino 1952; F. Caspari. Humanism and the social
order in Tudor England, Chicago 1954; P. Rossi, Francesco Bacone. Dalla magia
alla scienza, Bari 1957; B. Farrington, The philosophy of Francis Bacon, Liverpool
1964.
Baden (SCUOLA DI), O scuola assiologica, circolo filosofico fondato da Wilhelm
Windelband (1848-1915), diretto poi da Heinrich Rickert (1863-1936) e