Page 114 - Dizionario di Filosofia
P. 114
valore supromo (e, in questo senso, religioso) della vita.
La dottrina del Gentile ha avuto una enorme influenza sulla generazione dei filosofi
italiani formatisi tra la prima e la seconda guerra mondiale, che sono passati quasi ti
tti attraverso l’esperienza dell’attualismo anche se sono poi approdati a conclusioni
diverse: tra i seguaci dell’attualismo vanno annoverati Fazio Allmayer, Saitta,
Chiavacci, Carlini, Guzzo, Spirito, Calogero e molti altri. Particolare importanza ha
avuto l’attualismo in ambito pedagogico insistendo soprattutto sulla spontaneità del
soggetto; in questo campo continuatori del Gentile sono stati Lombardo Radice,
Codignola, Ferretti. Volpicelli, ecc.
AUROBINDO (Shrī), filosofo indiano (Calcutta 1872 - Pondichéry 1950). Compì gli
studi a Cambridge, quindi, tornato in India, insegnò al collegio di Baroda (1893-
1905). Dal 1905 al 1910 fu leader del movimento nazionalistico indiano; più tardi,
consacratosi allo yoga (1910) aprì una nuova scuola (1914) a Pondichéry, in cui
condusse sino alla morte un insegnamento filosofico destinato ad avere profonda eco
spirituale e morale nell’India contemporanea. Aurobindo ha cercato di porre le basi
per una sintesi tra pensiero occidentale e orientale. Le sue opere principali sono:
Veda, Considerazioni e pensieri, L’aspirazione dell’uomo. La Bhagavadgītā,
Guida dello yoga, Eraclito, La Kena Upanisad, La legge ideale dello sviluppo
sociale, La madre, La società e la spiritualità, Tre Upanisad, La vita divina.
AUSTRO-MARXISMO. Denominazione assunta dalla corrente marxista a tendenza
revisionista sorta in Austria all’inizio del secolo e rappresentata da Otto Bauer, Max
Adler, ecc.
AUTARCHÌA. Per i cinici e gli stoici, la condizione di autosufficienza del saggio, cui
per essere felice basta la propria virtù.
AUTENTICITÀ. Termine usato dai filosofi esistenzialisti, e in particolare da
Heidegger, per indicare la condizione di più profonda interiorità dell’uomo, in
contrapposizione a inautenticità, che è lo stato della vita quotidiana e banale.
AUTOCOSCIENZA. Capacità del pensiero di avvertire o sentire se stesso. Per
Aristotele l’autocoscienza è il pensiero del pensiero, in sant’Agostino è la
consapevole interiorità, la certezza profonda che la verità vive in noi. Il problema
dell’autocoscienza, o della coscienza di sé, comincia ad assumere grande importanza
con il pensiero moderno: in Cartesio la coscienza che il pensante ha di se stesso
costituisce addirittura il fondamento e l’inizio di ogni possibile processo di ricerca.
In Kant l’io penso, cioè la consapevolezza della propria continuità pensante, se non
più come sostanza, è inteso come funzione; gli idealisti, che modellano la loro
speculazione sul criticismo kantiano, fanno dell’autocoscienza il cardine della loro
filosofìa.
AUTÒCTISI (dal gr. autós, stesso, e ktísis, fondazione, creazione). Termine usato da
Giovanni Gentile per indicare il pensiero come atto che crea perennemente se stesso
e che proprio mediante questo suo autoporsi dà origine a tutta la realtà. (V.
ATTUALISMO.)
AUTOEDUCAZIONE. Questo concetto, già implicito nel pensiero socratico e