Page 58 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Correva il secolo XII e immediatamente si urlò all’eresia,
definita catara o albigese. Dagli amboni piovvero fulmini,
anatemi, scomuniche e, infine, una terrificante invasione armata
benedetta dal papa e promossa a crociata cismarina, per il “bene
di Dio”, dell’umanità, di santa Romana Chiesa, mise a ferro e
fuoco le “terre cortesi” dove una nuova cultura cristiana, pura e
genuina, andava diffondendosi…
LA REGINA TRA I FILOSOFI
Dissertazione di “mastro Erasmo”, rinvenuta a pagina 42, alla
“Ballade des dames du temps jadis” in un vecchio libro dal titolo
“POESIE” di François Villon, con un’appendice di canzoni di
Charles d’Orleans”.
Se qualcuno osava definirlo ateo, “mastro Erasmo”
s’infuriava e reputava quella definizione un insulto, giacché era
agnostico per pura onestà intellettuale. Anzi, reputava l’ateo
peggiore del credente, giacché nega arrogante qualcosa che
ignora, che tutti gli uomini ignorano.
Qualcuno lo sospettava frammassone, ma era dubbio che lo
fosse veramente; di certo era un libero pensatore e amava i miti
antichi, soprattutto quelli relativi al cielo stellato, per la poesia
che custodiscono. Citava divinità obliate, alle quali neppure gli
antichi greci e romani elevavano templi: Themis signora delle
leggi inalterabili della natura, dell’universo; Tyche che getta i
dadi, signora dell’imprevedibilità della vita, e Ananke, signora
dell’ineluttabilità del destino, madre delle tre Moìre che filano e
tagliano le vite di tutti gli esseri viventi.
E poi gradiva Giano, non perché avesse diffuso la vite in Italia
e in Spagna, ma perché custode delle porte, dei passaggi.
Diceva che sette sono le porte, i passaggi della vita:
la prima corrispondeva alla nascita,
la seconda al passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza,
la terza al passaggio tra l’adolescenza e la giovinezza,
la quarta al passaggio tra la giovinezza e la maturità,
la quinta al passaggio tra la maturità e la vecchiaia,
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