Page 56 - I templari e il filo segreto di Hiram
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poteva essere realizzata tramite il tradimento di Giuda, il suo più
stretto “collaboratore”. Per questo motivo le “chiese” costruite su
Pietro, su Andrea, su Tommaso sono soltanto delle
manifestazioni del Dio minore, impregnate delle sue
contraddizioni e imperfezioni, dalle quali non potrà venire nulla
di buono!
Gli Gnostici tendevano anche a rivalutare un “personaggio
emblematico” dell’antico testamento: Lucifero il cui nome, non a
caso, significa “portatore di luce”; l’angelo ribelle a Javhè
demiurgo imperfetto e crudele, il sanguinario dio degli eserciti di
Mosè. Lucifero accomunato a Prometeo, predecessore di Gesù!
Tra i molti “dottori gnostici” che affollarono le strade della
grande città di Alessandria restano noti tre nomi: Basilide,
Marcione e Valentino. Di loro si sa pochissimo e molto di ciò
che è stato tramandato resta dubbio, per un unico motivo: furono
oggetto di durissimi attacchi da parte dei “padri della Chiesa”, e
tutte le loro opere originarie sono andate distrutte.
Basilide visse nel II secolo ad Alessandria e delle sue opere
sono noti soltanto alcuni titoli, tra cui “Il Vangelo secondo
Basilide,” ed è nota l'esistenza di 24 libri di “Exegetica” sui
Vangeli. Di lui si ha menzione in Clemente Alessandrino, in
Ireneo (Contro le Eresie) e in Ippolito (confutazione di tutte le
Eresie).
Pare invece che il secondo, Marcione, dissertasse
massimamente sulla contrapposizione tra Dio del Nuovo
Testamento e Dio del Vecchio Testamento: il primo inteso come
il Padre Celeste buono e giusto, il secondo come demiurgo della
Terra, responsabile di tutti i mali e di tutte le guerre che
v’imperversano. In un simile contesto la venuta del Cristo è
intesa come la preoccupazione del Padre Celeste verso i suoi figli
terreni e il compito di questo “inviato divino” consiste nella
salvezza delle anime dal potere nefasto di Javhè, il dio
dell’Antico Testamento. In questa impostazione dottrinale è
palese la cesura tra gnosi greca e tradizione monoteistica
giudaica.
Il terzo, Valentino, insegnò ad Alessandria fino all’anno 135
e poi a Roma. Ancora nell’anno 160 è documentata la sua
presenza nella capitale dell’Impero. La sua opera maggiore fu “il
Vangelo della verità” (di cui sono stati recentemente rinvenuti
alcuni frammenti), dal quale si evince un tentativo di fusione
sincretistica tra cristianesimo e neoplatonismo. Il mondo e la
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