Page 348 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                    Era  il  Gran  Commendatore  dell’Ordine  nell’ora  terribile
                dalla tremenda battaglia.
                    Tutti  si  domandavano:  che  fine  aveva  fatto  Armand  de
                Grosse? Era davvero morto? Era caduto prigioniero?
                    Un  dubbio  che  sarebbe  rimasto  tale  per  tre  anni,  durante  i
                quali  a  reggere  momentaneamente  le  sorti  del  “Tempio”  fu
                Richard de Bures, un tempo umile scudiero al Chastel Blanc.
                    Di lui sono noti i messaggi accorati e preoccupati inviati alle
                migliaia  di  case,  commende  e  precettorie  sparse  in  Europa,
                soprattutto  in  Francia  e  in  Italia,  con  la  richiesta  di  urgenti
                rinforzi.  Occorrevano  nuovi  cavalieri  per  salvare  la  presenza
                templare in Terrasanta! Troppe fortezze erano andate perdute: il
                Monte Tabor, Belvoir, Ascalona… Gli stati cristiani sulle coste
                del  Libano  e  della  Siria,  con  caposaldo  meridionale  in  Acri,
                erano  sempre  più  piccoli,  fragili,  deboli.  E’  legittimo  supporre
                che  sopravvivessero  per  un  motivo  indicibile:  costituivano  una
                fonte di ricchezza per i sultanati arabi dal Cairo ad Aleppo, e per
                i mercanti pisani, veneziani, genovesi, marsigliesi, catalani che li
                frequentavano assiduamente.
                    Dopo la disfatta di Gaza, con il sultano d’Egitto che vietava
                l’ingresso dei cristiani a Gerusalemme, era tempo di una nuova
                crociata!
                    Papa Innocenzo IV non poteva tollerare simili divieti!
                    Tutta l’Europa era in lutto.
                    Il concilio di Lione, riunito nel 1245 subito dopo l’infausta
                battaglia  di  Gaza,  individuò  il  sovrano  al  quale  affidare  la
                spedizione: un grande re per una grande crociata!
                    E  chi  poteva  essere,  se  non  Luigi  IX,  re  di  Francia?
                L’Europa,  dov’erano  state  vietate  per  quattro  anni  tutte  le
                manifestazioni pubbliche, inclusi i tornei, trovava ancora energie
                da riversare in quel grande calderone che era la Terrasanta.
                    Guillaume de Sonnac fu scelto appena in tempo per questa
                nuova crociata.
                    La  tradizione  vuole  che  il  Capitolo  dell’Ordine  si  fosse
                riunito  sotto  le  stelle!  (dipinte,  forse,  sul  soffitto  di  qualche
                chiesa, com’era tradizione tanto presso i Cistercensi che presso i
                Templari).
                    Fu  allora  che,  sotto  una  buona  stella,  che  il  re  di  Francia
                salpò dalle Aigues Mortes, il 28 agosto 1248, con 1.500 navi: una
                flotta imponente, con le vele dispiegate al vento!



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