Page 328 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 328

pagina n.327      420451_LAVORATO.pdf







                    Ma  non  fu  soltanto  uomo  di  pace  e  di  miti  parole:  seppe
                anche impugnare con vigore la spada!
                    Alla battaglia di Arzuf guidò la travolgente carica templare
                che costò ai musulmani più di 10.000 perdite, a fronte di 1.000
                caduti  tra  i  Crociati.  In  quella  battaglia  i  Templari  sostennero
                l'ala  destra,  verso  sud;  mentre  gli  Ospedalieri  stavano  all'ala
                sinistra, verso nord. Quando i Saraceni tentarono di aggirare gli
                Ospedalieri,  questi  reagirono  sostenuti  dai  Templari  che
                effettuarono la più classica delle manovre: quella “a tenaglia”. A
                questo punto i Saraceni ruppero i ranghi e fuggirono. Il Saladino
                fu costretto a rifugiarsi nel suo accampamento trincerato e Giaffa
                fu  liberata.  Ma,  contrariamente  alle  previsioni,  questa  vittoria
                non alla liberazione di Gerusalemme, nonostante il 3 gennaio del
                1192  l'esercito  crociato  giungesse  a  poche  miglia  dalla  città.
                Riccardo  Cuor  di  Leone,  l’unico  monarca  rimasto  sul  campo
                dopo  che  il  re  francese  era  tornato  a  casa,  decise  di  ripiegare
                nonostante  le  disperate  proteste  dei  maestri  degli  ordini
                cavallereschi.  Il  re  inglese  temeva  che  si  ripetesse
                l’accerchiamento  del  Saladino,  come  nella  tragedia  di  Hattin:
                quell’incubo gli toglieva il sonno di notte. In seguito, a giugno,
                Riccardo  Cuor  di  Leone  giunse  nuovamente  in  vista  di
                Gerusalemme ma, ancora una volta, decise di ritirarsi.
                    La battaglia per la riconquista di Giaffa, il 27 luglio, con il
                sostegno di 2.000 marinai pisani e genovesi, fu l’ultima battaglia
                in terra “d’Oltremare” del re inglese, poiché notizie preoccupanti
                giungevano dalla lontana Inghilterra.
                    Il 2 settembre 1192 fu sottoscritta con il Saladino una pace
                frettolosa:  la  costa  ai  Crociati,  da  Giaffa  ad  Antiochia;  la
                demolizione  delle  fortificazioni  di  Ascalona,  troppe  volte
                contesa,  e  il  libero  accesso,  senza  molestie,  al  Santo  Sepolcro;
                ma  la  città  di  Gerusalemme  restava  saldamente  in  mani
                moresche.
                    Dopo  una  permanenza  di  16  mesi,  il  9  ottobre  1192,
                Riccardo  Cuor  di  Leone  lasciava  frettolosamente  la  Terrasanta
                scortato dai cavalieri templari su di una nave del Tempio.
                    Il  mese  successivo,  a  novembre,  la  pace  resisteva  e  il
                “sovrano  maestro”  templare  presiedette  la  commissione  che
                decideva sull’assegnazione dei beni di coloro che erano morti in
                quegli anni d’intensi combattimenti.
                    Robert  de  Sablé  non  soltanto  era  amico  personale  di
                Riccardo  Cuor  di  Leone,  ma  discendeva  da  una  famiglia  di

                                            327
   323   324   325   326   327   328   329   330   331   332   333