Page 318 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Chatillon la restituzione del bottino. Quel cavaliere era un mito
nelle Terre d’Oltremare. La sua potenza derivava dal matrimonio
con una vedova, Costanza d’Antiochia, sposata in segreto nel
1153 poiché Rinaldo proveniva dai ranghi della nobiltà inferiore.
La tempra di Renaud de Chatillon emerse prepotente in
occasione di quel matrimonio, quando intese punire il patriarca di
Antiochia per essersi opposto al matrimonio: lo fece spogliare,
coprire di miele e lo lasciò esposto il sole del deserto. Tale fu il
terrore del patriarca che accettò di finanziare una sua spedizione
a Cipro, per compiere razzie in quell’isola soggetta all’Impero
Bizantino. Tale fu lo scandalo di quegli atti di pirateria che in
seguito Renaud de Chatillon dovette chiedere ufficialmente il
perdono all’imperatore Manuele I Comneno, venuto
appositamente ad Antiochia con un forte esercito, per
imprigionarlo.
In seguito, imprigionato per i diciassette ad Aleppo, dopo
essere stato catturato durante un’audace incursione in territori
nemici, venne liberato in cambio del pagamento di 120.000
bisanti d’oro: una cifra considerevole a quell’epoca. E fu allora
che, vedovo, si sposò con Stefania, anch’essa vedova, e divenne
signore delle terre attorno al Mar Morto e delle fortezze che
controllavano la “Via dell’incenso” tra l’Arabia e Damasco. Fu
allora che divenne famoso per l’allestimento di una flotta nel Mar
Rosso, dopo averci portato le navi attraverso il deserto,
generando viva preoccupazione negli ambienti islamici, poiché
era nota la sua intenzione di spingersi a saccheggiare le città di
Medina e della Mecca e di devastare la kaaba, come aveva
auspicato san Bernardo.
In più di un’occasione Renaud de Chatillon si lamentò di non
aver ricevuto l’appoggio necessario dei Templari in questa
impresa che sarebbe stata memorabile.
Intanto la situazione diventava sempre più difficile a causa
del Saladino, impegnato pubblicamente alla distruzione della
presenza cristiana in Terra Santa, restio a un’incerta convivenza
che aveva caratterizzato la politica dei suoi predecessori. E
quando un esercito di Mammalucchi attraversò il Giordano, la
confusione dilagò nel Regno di Gerusalemme, giacché i baroni si
rifiutavano di ubbidire a Guido di Lusignano, considerato un
intruso imposto dal debole re infermo.
Di fronte a tante proteste il re destituì dal comando Guido di
Lusignano e ripiegò sul conte di Tripoli, Raimondo, che accettò a
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