Page 300 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                    Per onor del vero Robert de Craon non fu soltanto un abile
                organizzatore,  ma  anche  un  buon  stratega  e  un  coraggioso
                guerriero.
                    Subito dopo la sua nomina a “sovrano maestro dell’Ordine”,
                accorse  a  fronteggiare  l’emiro  di  Aleppo,  che  si  era  spinto  in
                Galilea più per rapinare che per portare guerra: lo affrontò e lo
                mise  in  fuga.  Memorabile  la  carica  templare  nella  battaglia  di
                Teku, nell’anno 1140, contro l’esercito turco.
                    Ma erano vittorie sterili! La “Militia Christi” immaginata da
                Bernardo  di  Chiaravalle  non  si  sarebbe  limitata  a  coprirsi  di
                gloria  nei  campi  di  battaglia,  ma  sarebbe  arrivata  ad  Aleppo,
                avrebbe  conquistato  quella  città  e  avrebbe  arrecato  una  svolta
                decisiva all’intera storia delle Crociate!
                    E per Robert de Craon, nonostante tanta gloria, non furono
                sempre rose e fiori!
                    Il  terribile  Zengi,  signore  di  Mussul  e  Aleppo,  che  si
                favoleggiava  fosse  figlio  di  Ida  d’Austria,  catturata  nel  1102
                durante una razzia in Anatolia mentre cercava di raggiungere il
                Santo  Sepolcro  e  chiusa  in  un  harem,  batté  ripetutamente  i
                Crociati, tra i quali figuravano anche i Templari.
                    La spedizione più infelice non riguardò la Terrasanta, ma il
                Portogallo, dove 70 navi templari: una flotta considerevole che
                attesta la potenza raggiunta dall’Ordine in pochi anni, cercarono
                invano di liberare la città di Lisbona dai Mori.
                    Intanto,  a  partire  dal  1143,  il  Regno  di  Gerusalemme  era
                attanagliato da una profonda crisi, causata dalla prematura morte
                di re Folco per un incidente di caccia. Il potere sarebbe dovuto
                passare alla regina Melisanda, poiché i figli del re erano ancora
                piccoli,  rispettivamente  di  13  e  7  anni;  ma  i  potenti  baroni  si
                opponevano.
                    E  fu  allora  che  accadde  un  evento  traumatico:  alla  vigilia
                della festa della Natività del 1144, il terribile Zengi espugnò la
                città  di  Edessa,  capitate  di  un’importante  contea,  e  30.000
                abitanti  cristiani,  inclusi  vecchi,  donne  e  bambini,  furono
                brutalmente trucidanti, mente 16.000 superstiti vennero catturati,
                deportati in Mesopotamia e venduti come schiavi nei mercati di
                Aleppo e Baghdad. In tutta Europa, appena giunse la notizia, le
                campane suonarono “da morto”, lugubri, per più guorni.
                    Un colpo tremendo per i possedimenti latini in Oriente e uno
                shock profondo per tutta l’Europa.



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