Page 302 - I templari e il filo segreto di Hiram
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presso il Grand Pont de la Seine) era grande amico del re Luigi
VII.
Appena consacrato “sovrano maestro” accorse in aiuto
all’esercito del re di Francia in difficoltà nell’attraversamento
dell’Anatolia e lo salvò, probabilmente, da un’immane disfatta
negli aspri territori della Pisidia, che erano tornati sotto il
controllo dei Turchi.
Allorché giunsero quei cospicui rinforzi, re Baldovino III di
Gerusalemme meditò la conquista di Damasco, ma insorsero
insanabili contrasti tra i baroni cristiani, poiché la città era stata
promessa al Conte delle Fiandre e molti, tra quei signori, non
erano d’accordo. Sembravano cani famelici che ringhiavano
feroci tra loro soltanto all’idea di un osso da spolpare!
I contrasti furono tali che l’impresa fallì e non si tentò
neppure di riconquistare Edessa: una vergogna!
In tal modo i mussulmani seppero cogliere il momento
favorevole, nonostante la cospicua presenza di milizie cristiane
in Oriente, e sferrarono un violento attacco in direzione di
Antiochia che capitolò e cadde nelle loro mani.
Raymond de Poitiers, eroico difensore della “città di Dio”,
come veniva chiamata Antiochia, poiché vi si erano formate le
prime comunità cristiane, fu brutalmente decapitato e la sua testa
inviata come un trofeo al califfo di Baghdad.
In un simile drammatico evento, l’esodo della popolazione fu
protetto dalle milizie dei Templari e degli Ospedalieri, che
arrivarono in tempo per scongiurare un massacro com’era
avvenuto ad Edessa, e favorito dalla flotta pisana presente sul
posto.
Tutto il fronte era incandescente!
Si combatteva anche sul Giordano.
I Crociati, dopo la mancata conquista di Damasco e la caduta
di Antiochia, furono costretti ad azioni difensive.
Pare che insorsero contrasti anche all’interno dell’Ordine del
Tempio, forse dovuti l’amicizia tra il “sovrano maestro” e il re di
Francia, ritenuta eccessiva. E fu in questa occasione che Everard
des Barres ricevette l’infamante appellativo di “regina”, poiché
troppo ossequioso verso il re di Francia.
Un insulto che serpeggiava tra i cavalieri e che Everard des
Barres reputava intollerabile, al punto da indurlo alle dimissioni.
Queste le dicerie!
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