Page 304 - I templari e il filo segreto di Hiram
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O, ancora, aveva un’origine pseudoaristotelica, generato in
qualche sperduto monastero della Castiglia?
Questo testo elenca 24 definizioni di Dio; più precisamente
descrive un convegno di 24 teologi che prendono a turno la
parola e ciascuno di loro presenta la propria tesi.
Tra queste sono da annoverare le seguenti tesi:
I°) Dio è un monade (termine in uso presso le scuole
pitagoriche per indicare l’unità originaria dalla quale trae origine
la serie dei numeri: dal greco monàs, unità) che procede da sé e a
sé ritorna. Giordano Bruno farà del monade la base sulla quale
sviluppare la teoria della “matematica magica” (De minimo, De
monade). Concetto ripreso e ampliato da Leibniz, che fonderà sul
monade una complessa concezione dell’universo.
II°) Dio è simile a una sfera infinita il cui centro è ovunque
e la circonferenza in nessun luogo.
V°) Dio è ciò di cui non si può pensare di migliore,
maggiore e completo.
VII°) Dio è principio senza principio.
XXVI°) Dio è colui che si conosce soltanto con l’ignoranza!
Un libro davvero insolito, che attesta la complessità ed
eterogeneità culturale e teologia di quell’epoca
straordinariamente complessa e sorprendentemente dinamica.
Si tratta di definizioni sostanzialmente esoteriche, in parte
pitagoriche e in parte neoplatoniche insolite per l’epoca, desuete
per il successo che riscontrarono fino al XVI secolo e che
attestano un collegamento con la “scuola di Reims” sviluppata da
quel Gerberto che sarebbe diventato papa con il nome di
Silvestro II.
Ma che c’entra Everard des Barres con questo libro?
Pare che nel monastero dove si era ritirato ne avesse scritto
commenti, attestando in tal modo che era in possesso del “liber
XXIV philosophorum”; particolare che dimostrerebbe
conoscenze esoteriche tra i massimi dignitari templari fin dalle
origini della “Militia Christi”!
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