Page 119 - I templari e il filo segreto di Hiram
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nuova bolla: Milites Templi, con la quale esortava i buoni
cristiani di tutta l’Europa a sostenere i Templari e li autorizzava a
raccogliere fondi nelle città e nelle campagne per la “santa causa
della Crociata”. Accordava inoltre un privilegio eccezionale ai
cappellani dell'Ordine: potevano celebrare messa, una volta
l'anno, nelle regioni colpite da interdetto!
L’anno dopo, il 1145, Eugenio III provvedeva a emettere
una terza bolla, appena acclamato papa: la Militia Dei, che
accordava ai Templari il privilegio di raccogliere decime e le
tasse sulle sepolture; veniva inoltre riconosciuto loro il diritto di
costruire e possedere chiese e accudire a propri cimiteri.
Pleonastico aggiungere che per i comuni mortali poter riposare il
sonno eterno in quei gloriosi cimiteri avrebbe comportato
l’esborso di somme ragguardevoli.
Intanto, alla vigilia della festa della Natività dell’anno
prima, era caduta la città Edessa.
Quando fu espugnata dall’emiro di Mossul, tutta l’Europa
patì un brivido a mano a mano che la notizia dilagava di città in
villaggi.
Il 1° dicembre 1146 il papa proclamava la nuova crociata e
in primavera Bernardo de Clairvaux iniziava la predicazione per
esortare nobili, borghesi e contadini a mettersi in marcia nella
direzione dove sorge il sole, per la difesa del Santo Sepolcro. E
questa volta, a muoversi, furono nientedimeno che il re Luigi VII
e l’imperatore del Sacro Romano Impero Corrado III.
Il 27 aprile 1147 i Templari tennero un “capitolo” nella loro
casa di Parigi, assurta a capitale cavalleresca dell’Occidente, in
contrapposizione a Gerusalemme, capitale dell’Oriente. Erano
presenti centotrenta cavalieri, papa Eugenio III e re Luigi VII: lo
scopo di quel “capitolo” concerneva l’organizzazione di una
nuova crociata, che avrebbe preso l’avvio il 14 giugno. Per quella
data centosettanta Templari già avevano lasciato Parigi e furono
proprio quei cavalieri a coagulare attorno a loro l’esercito dei
Crociati sulle montagne di Cadmos, nella remota Anatolia, in
marcia verso Antiochia, dopo aver respinto furiosi attacchi
turchi.
Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi; ma sotto le
mura di Damasco la “grande” crociata si arenò ed esaurì
miseramente.
I difensori mussulmani non solo rifiutarono la capitolazione,
ma riuscirono a respingere gli assedianti, nonostante l’arrivo di
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