Page 115 - I templari e il filo segreto di Hiram
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inferiori: sergenti e scudieri, e permetteva di mangiare carne
anche di venerdì, se alla vigilia di una battaglia.
Diciotto anni dopo, nel 1146, papa Eugenio VI concesse ai
cavalieri del Tempio di Gerusalemme di esporre sui bianchi
mantelli la croce rossa dei martiri, sul lato sinistro: “crucis
rubeas martyrum designantes”.
San Bernardo scese nei dettagli: ad esempio gli scudi e le
armi dei Templari dovevano essere sprovvisti di dorature, per
castigare moti d’orgoglio. Gli attribuì anche un motto che
divenne famosissimo, tratto dai primi due versi del Salmo 115:
“Non nobis, Domine, non nobis; sed nomini tuo da gloria”!
I capelli dovevano essere tagliati corti; meglio se rasati, per
poter vedere bene e non ingombrassero durante i combattimenti.
Anche le barbe, contrariamente a molte raffigurazioni postume,
dovevano essere corte e ben curate. Nessuna astinenza
debilitante! I cavalieri dovevano usufruire di una buona
alimentazione a base di buon vino e ottima carne almeno tre
volte la settimana. Ma non era lecito accostarsi a una donna e,
neppure, baciare la madre o la sorella. Nelle stanze, di notte,
doveva ardere sempre una lampada, per tenere lontano le
“tentazioni della carne”, esattamente come nei monasteri
cistercensi.
Un brivido sembrò percorrere i nobili di Francia e del Sacro
Romano Impero quando nel 1130 Raymond Roger, conte di
Barcellona, raggiunse Gerusalemme con l’intenzione di
umilmente servire nella “Militia Templi”.
A questo punto l’ideale di San Bernardo sembrava sul punto
d’essere realizzato! In tutta Europa, soprattutto in Francia,
salivano al cielo incredibili montagne di pietra eteree, dalle
stupende vetrate: le colonne della Gerusalemme terrena della
quale i custodi erano i Templari e i Cistercensi, ideati proprio
dall’abate di Clairvaux. E c’era di più! Si dice che le prime
grandi cattedrali gotiche, quelle templari, siano state edificate
nelle contrade dei Franchi per riprodurre la costellazione della
Vergine: la stella Epi nella cattedrale di Reims, Gamma in quella
di Chartres, Zeta ad Amiens, Ipsilon a Bayeux e poi, ancora, le
stelle più piccole a Ervieux, Etampes, Laon, Nìyon, Rouen,
Coutances e, ovviamente, Parigi.
Bernard de Clairvaux, noto negli annali ecclesiastici come
Bernardus Claravallensis, vissuto tra il 1190 e il 1253, “grande
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