Page 112 - I templari e il filo segreto di Hiram
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una regola cavalleresca redatta da Etienne de la Fierté, patriarca
di Gerusalemme. Ma aveva anche altro con loro: qualcosa di
misterioso, che nessuno doveva conoscere. Poi, dopo il loro
arrivo, improvvisamente nuove cattedrali cominciarono ad
alzarsi verso il cielo in terra di Francia: chiese nuove, montagne
di pietra solari, eppure eteree!
Fu un viaggio lungo, che probabilmente portò i sette
cavalieri a Roma, dove incontrarono papa Onorio II.
Di città in città quei cavalieri stanchi eppure entusiasti erano
ospitati da vescovi e nobili, e sempre caldeggiavano la diffusione
del loro grande ideale.
Due anni dopo la loro partenza da Gerusalemme, il 13
gennaio del 1129, festa di sant’Ilario, cominciò il Concilio di
Troyes. Tra i presenti spiccavano il legato del papa, cardinale
Matteo d'Albano, gli arcivescovi di Reims, Sens e Lione, e
numerosi abati e conti.
In quei giorni memorabili a ispirare la regola dell’Ordine del
Tempio fu il dotto abate Bernardo de Clairvaux, che rivisitò la
bozza del patriarca di Gerusalemme e accompagnò la versione
definitiva della regola con un libro che ben presto divenne
famosissimo in tutta l’Europa: “De laude novae militiae ad
Milites Templi”, comunemente noto come “L‟elogio della
cavalleria”. A quest’opera, pietra miliare della cavalleria, seguì
la “Exhortatio ad milites Templi” (Esortazione ai cavalieri
Templari): autentico manifesto per una religione armata!
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