Page 109 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 109
pagina n.108 420451_LAVORATO.pdf
islamica. Il Santo Sepolcro, cuore della Cristianità li attendeva!
Da troppo tempo i pellegrini che vi si recavano erano vilipesi e
uccisi. Sembrò che il papa avesse smosso un enorme alveare!
Migliaia di Europei presero le armi: dapprima i “pezzenti”
di Pietro l’Eremita e Giovanni senza Averi, che fecero una brutta
fine su inospitali orizzonti anatolici; poi eserciti veri, guidati da
grandi principi come Raimondo, conte di Tolosa.
Quattro anni dopo l’esortazione del pontefice, il 15 luglio
1099, i Crociati entravano a Gerusalemme camminando in
torrenti di sangue per i mussulmani sgozzati in massa: “i maiali
seguaci di Maometto” non erano degni di vivere nella città santa!
La prima crociata portò la novità di quattro nuovi stati
cristiani, latini e cattolici nel lontano Oriente: il regno di
Gerusalemme, la contea di Tripoli, il principato di Antiochia e la
contea di Emessa. Ma la situazione restava precaria, per la
minaccia costante degli Arabi e dei Turchi: maledetti! Il territorio
nelle campagne sfuggiva al controllo dei Crociati, per le bande di
Saraceni che infestavano le strade.
Gli stati latini in Oriente riproducevano l’organizzazione
feudale dei regni occidentali dai quali i Crociati provenivano:
una struttura politica spezzettata e debole, priva di una vera
amministrazione statale, soggetta a devastanti contrattacchi
nemici.
Vent’anni dopo la conquista di Gerusalemme una carovana
di 900 pellegrini fu attaccata dai Saraceni nella polvere di una
strada della Giudea, tra Gerusalemme e il Giordano, e molti di
quei poveretti furono orribilmente sgozzati, altri catturati,
pochissimi si salvarono.
Numerose le testimonianze dei pellegrini dell’epoca, dove
affiora l’angoscia e l’orrore per le insidie e gli assalti improvvisi,
con epiloghi truculenti e sanguinari.
Il norvegese Saewulf, che si recò in Terrasanta nel 1102,
lasciò scritto:
“I Saraceni, gente infida e crudele, sono sempre in procinto
di tendere imboscate ai cristiani. Si nascondono nelle conche
delle montagne o in anfratti rocciosi, vigili tanto di giorno
quanto di notte, sempre pronti a scovare un gruppo di pellegrini
da attaccare e depredare. Quegli infami ispirati da un demone di
nome Allah hanno facile gioco nelle loro imprese per l‟esiguità
dei gruppi. A volte sono così vili che preferiscono sorprendere
chi si è attardato per stanchezza o debolezza, senza correre il
108