Page 47 - La Massoneria Rivelata
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una colonna portante della legge. Inoltre, il pontefice ribadì la
pericolosità della setta che scardinava le fondamenta della
Chiesa, il cui portato etico era la base stessa della società.
Pertanto la massoneria rappresentava un pericolo morale,
religioso e sociale, oltre che politico.
Con la Grande Rivoluzione, gran parte del Vecchio Mondo,
con le sue regole, venne spazzato via, ma “gli eventi di Francia”
dettero origine a una ancor più motivata campagna
antimassonica. A molti sembrava impossibile che nel giro di
pochi anni si fosse giunti a un sovvertimento così imprevedibile
del “felice regno di Luigi XVI”.
Già da tempo erano circolati scritti, sia di estrazione cattolica
che protestante, volti a demonizzare illuministi, massoni e
giansenisti, considerati vere e proprie mine vaganti. Poi, quando
il processo rivoluzionario entrò nel vivo, nei fatti del 1789 molti
videro l’ombra di quella cospirazione che Clemente XII e
Benedetto XIV avevano intuito. Il conte Antonio Ferrand
pubblicò un opuscolo di sessanta pagine sull’argomento, mentre
un certo Lungo affermò che il crollo dell’ancien régime era stato
ordito da massoni, philosophes e giansenisti che avevano in odio
la Chiesa. Questa teoria fu ripresa dal libello anonimo
Riflessione intorno alla setta de’ Liberi Muratori e da opere
consimili, fra le quali ricordiamo gli scritti di Sourdat de Troyes,
Sabatier de Castres, Montjoie, Cadet-Gassicour e d’Hesmivy
d’Auribeau, autore dell’opera Mémoires pour servir à l’histoire
de la persécution française.
Altro fustigatore dei complotti massonici fu l’abate Baissie,
autore di L’Esprit de la Franc-maçonnerie dévoilée, relativement
au danger qu’elle referme (1790) dove, riprendendo tesi
precedenti, affermava che la Libera Muratoria era di origine
cromwelliana. È opportuno citare un’altra opera che ebbe
fortuna, seppur fosse sorretta da ragionamenti così fantasiosi da
apparire bislacchi: Le Voile levé pour les curieux, ou les secrets de
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