Page 42 - La Massoneria Rivelata
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sarebbe stato consegnato da Adamo a Seth, per giungere infine
                al  Cristo.  La  sua  traccia  più  antica  si  trova  nel  Libro  della

                rivelazione di Adamo al figlio Seth, dove il passaggio «abbiamo

                veduto  la  sua  stella  in  Oriente  e  siamo  venuti  ad  adorarlo»,
                avvicina  i  Magi  ai  sacerdoti  mazdei  che  cercavano  nel  cielo  i

                segni della ierofania del Saoshyant, il “soccorritore”, il nato da
                una  vergine,  il  discendente  di  Zaratustra,  che  avrebbe  donato

                agli uomini l’immortalità.
                    Vi è una certa affinità fra i Magi annunciatori di salvezza e il

                “Giusto  nascosto”,  il  Nistàr  caro  a  una  tradizione  cabalistica

                particolarmente  diffusa  fra  le  comunità  hassidiche  dell’Europa
                dell’Est. Tale concezione afferma che ogni generazione è guidata

                da “Trentasei Giusti”: nessuno ne conosce l’identità e fra loro si
                cela  il  Messia  che  si  rivelerà  alla  fine  dei  tempi.  I  Giusti  sono

                talmente  misteriosi  da  non  sembrare  figli  di  questo  mondo,  e
                ricordano perciò Melchisedec, le cui caratteristiche sono simili a

                quelle  del  re  del  mondo.  Melchisedec  compare  nella  Genesi,
                dove si legge: «E Melchisedec, re di Salem, fece portare il pane e

                il  vino;  egli  era  sacerdote  dell’Altissimo,  e  benedisse  Abramo
                dicendo: benedetto sia Abramo dall’Altissimo, Signore dei Cieli

                e  della  Terra;  e  benedetto  sia  l’Altissimo,  che  ha  messo  i  tuoi

                nemici  nelle  tue  mani».  Melchisedec  è  sia  monarca  che
                sacerdote, regna su Salem – che significa pace – e il suo nome
                vuol  dire  “re  di  giustizia”.  Salem  è  un  paese  immaginario,  e

                Melchisedec  non  rientra  in  una  genealogia;  egli,  come  scrive

                Paolo, «è senza padre e senza madre», ed è dunque un simbolo
                del rapporto fra divino e umano.

                    Riassumendo,  il  re  del  mondo  raccoglie  in  sé  le
                caratteristiche  del  sovrano  d’origine  divina,  del  legislatore

                ancestrale e dell’eroe eponimo. Queste valenze gli consentono di
                organizzare  la  società  che  amministra  secondo  i  criteri

                dell’ordine  universale.  Così  come  l’universo  ruota  attorno  al
                Creatore,  l’umanità  è  guidata  dal  re  del  mondo  che  ne  è  il





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