Page 37 - La Massoneria Rivelata
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l’umanità, e il Mahatma in questione aveva fatto a Helena alcune
rivelazioni, invitandola a fondare la Società Teosofica.
Il mito dei superiori incogniti ispirò pure Fabre d’Olivet, i cui
spunti furono ripresi da Saint-Yves d’Alveydre (1842-1909). Egli
affermò di aver incontrato numerosi iniziati, fra i quali il
principe afghano Hardjij Sharif, che gli avrebbero narrato di
Aghartha, un mondo sotterraneo fatto di cunicoli e grotte. Qui
vivrebbe una comunità di giusti, governata da un Supremo
Maestro, e vi sarebbero conservate le testimonianze di tutte le
civiltà della terra. I poteri degli Agharthiani sarebbero tali da
distruggere il globo terrestre se qualcuno tentasse di combatterli;
un’ipotesi comunque remota, dato che dispongono di «[…]
mezzi psichici […] come il produrre al momento opportuno
una specie di ‘nuvola’ che impedisce alla coscienza, ancora non
pervenuta al grado di percettività necessario, di vedere ciò che
l’occhio si limita a captare».
D’Alveydre, amico di Papus e celebre esoterista, affermò di
aver desunto da Aghartha la sinarchia, un modello
organizzativo di tipo teocratico che rispecchierebbe il divino
ordine cosmico. In L’Archéomètre afferma: «Non si tratta di
distruggere né di conservare un qualsiasi ordine sociale, al di
sopra degli Stati […] poiché non ve ne è alcuno: bisogna crearlo.
Dobbiamo formare […] un governo comune, puramente
iniziatico, emanazione stessa delle nostre nazioni, nel rispetto di
tutto ciò che costituisce la loro vita interiore […]». Questa
utopia politica, che ebbe un certo seguito negli ambienti di
destra, prefigurava una società gerarchizzata, al cui vertice vi era
la suprema camera metafisica.
Ferdinand Ossendowski (1876-1945) fu un altro “testimone”
di Agharta. Il passo del suo libro Bestie uomini e dei, dove narra
l’incontro con il re del mondo, il “supremo signore di questo
mondo”, è celebre: «La terra e il cielo cessavano di respirare. Il
vento non soffiava più, il sole si era fermato. In un momento
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