Page 183 - La Massoneria Rivelata
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Fra le numerose iniziative vale la pena ricordare il già citato
                film Forze occulte, proiettato per la prima volta e con successo il

                9  marzo  1943  ai  Champs-Elysées.  Della  pellicola  qui  basta

                ricordare  che  il  protagonista,  il  deputato  Pierre  Avenel,  è
                oggetto di un attentato massonico. Riesce a sopravvivere, ma è

                ridotto così male che è costretto a ricoverarsi in ospedale. Nel
                suo letto di dolore, mentre è assistito dalla devota mogliettina,

                apprende della guerra – e dunque dell’omicidio generalizzato –
                voluta da ebrei e massoni.



                    Da  quei  giorni  sono  trascorsi  settant’anni,  il  fascismo  e  il

                nazismo  sono  ormai  tragiche  pagine  di  storia,  così  come
                l’Unione  Sovietica,  il  bipolarismo,  la  guerra  fredda.  L’uomo  è

                entrato  da  anni  nell’era  della  globalizzazione,  ma  la  leggenda
                dell’omicidio massonico non è tramontata. Anche oggi, infatti,

                molti  fatti  di  sangue  vengono  imputati  alla  massoneria,  o  a
                qualcosa di simile. Anzi, i “Taxil” di turno si sono moltiplicati.

                Se  nell’Ottocento  per  “denunciare”  i  misfatti  bisognava  fare
                ricorso  alla  stampa,  un  mezzo  che  richiedeva  un  minimo  di

                abilità  e  la  collaborazione  di  un  editore,  oggi  è  tutto
                infinitamente più facile: vi è la rete.

                    Come per incanto, internet – con i suoi innumerevoli siti e
                blog – si è riempito di uno sterminato popolo di investigatori in

                grado  di  giungere  dove  la  magistratura  non  arriva,  di  svelare
                arcani che per i più rimangano insoluti, o di inventarli di sana

                pianta.  I  novelli  Sherlock  Holmes  riescono  così  a  conquistarsi

                un fugace spazio di notorietà, escono dall’anonimato seminando
                le  loro  “verità”,  dimostrate  attraverso  bislacche  congetture  (la
                legge del contrappasso), o basate su cervellotiche riflessioni ora

                sul  modus  operandi  del  criminale,  ora  su  eventuali  simboli

                rinvenuti  sulla  scena  del  crimine,  ora  con  improbabili  calcoli
                numerici.  Spesso  fanno  parecchia  confusione  tra  storia,

                antropologia  e  in  generale  conoscenza  degli  argomenti  che





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