Page 177 - La Massoneria Rivelata
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sfuggire ai creditori – più numerosi dei massoni – fosse fuggito
nei Caraibi dove si sarebbe felicemente risposato e avrebbe
avuto una numerosa prole. Sarebbe infine morto nel 1864 per
cause assolutamente naturali. Tuttavia, il mito dell’omicidio
Morgan non scomparve del tutto: fu rispolverato oltre
cinquant’anni più tardi da Léo Taxil, secondo il quale il corpo
del giornalista sarebbe stato rinvenuto nel 1881 a Pembrocke
nell’Ontario. L’identificazione della salma, visto che allora non
esisteva l’analisi del DNA, era impossibile, ma per Taxil la prova
inconfutabile era rappresentata da alcuni documenti rinvenuti
nel luogo della sepoltura. In buona sostanza, in quel frangente, i
Liberi Muratori americani avrebbero dimostrato al tempo stesso
spietatezza e dabbenaggine: prima compiendo un delitto
perfetto, poi vanificando tutto con documenti attestanti che era
opera loro.
Comunque Taxil fu un vero e proprio specialista
dell’argomento. Descrivendo la massoneria come una setta
satanica specializzata in liturgie bestiali, che contemplavano
orge, omicidi rituali e nefandezze di ogni genere, sosteneva che
il complotto economico-politico e l’omicidio erano i mezzi
preferiti dalla congrega per imporsi nel mondo profano. Anzi,
per eliminare gli avversari più pericolosi gli “incappucciati”
usavano un apposito veleno, chiamato Acqua della Tofana o
Manna di San Nicola di Bari. Questo liquido diabolico era
fabbricato a Napoli e veniva distribuito ai capi degli Areopaghi
Kadosh. Il veleno non aveva antidoti e provocava la morte con
sintomatologie diverse a seconda della dose somministrata: «Si
ha la morte istantanea con gli ingannevoli sintomi di un travaso
al cervello; come morte ad intervalli più o meno lontani. In
questi ultimi casi la vittima sembra colpita da una malattia di
languore o meglio è attaccata la midolla spinale, e l’individuo
cade abbastanza profondamente nell’idiotismo; o meglio ancora
senza coliche, né dolori, né sintomi particolari, la persona
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