Page 174 - La Massoneria Rivelata
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mondo, per tale che potea dirsi lo stillato del codice segreto di
                Weishaupt».

                    Il  giovane  fu  accettato  e  sottoposto  a  prove  durissime,  che

                culminarono  con  l’imposizione  di  pugnalare  il  suo  migliore
                amico:  «[…]  vede  improvviso  farsi  innanzi  una  reina  che  tal

                pareva all’aspetto, al portamento, agli atti, al lume degli occhi.
                Costei era in abito di Creola di Cuba… Lionello rimase stupito a

                quella vista, inchinossi tutto riverente, e vedutala piacevolmente
                sedergli  a  lato,  ei  cominciava  ad  entrare  in  certe  squisitezze

                cortigianesche, dicendo – beato sé di tanto onore! sé di sì felice
                divina presenza! – Ma la giovane, volto il sembiante di sereno e

                amorevole in truce – Scimunito, gli disse, pensi tu di civettare
                alle donne? Io non ricevo altro culto che di sangue. – E ‘l dire e ‘l

                cacciarsi dal seno un pugnale e ‘l porgerglielo fu un attimo. –
                Con  questo,  ripigliò,  va,  scanna  un  traditore  che  lì  aspetta,

                riportalo  insanguinato,  allora  soltanto  sarai  degno  di  me,  e
                t’ascriveremo  fratello.  Se  tu  non  hai  cuore,  dallo  a  me,  ch’io

                sottentro  ai  poltroni;  e  questo  sarà  l’undicesimo  ch’io  sgozzo

                […]  Cotesta  furia  si  rizza,  afferra  Lionello  per  un  braccio,
                spalanca un uscio, lo spinge dentro, serra e sparisce. Ed ecco che

                un  negro  gigantesco  gli  accenna  di  seguirlo;  e  condottolo  per
                certe scalette buie, il mette in una stanzuola tappezzata di nero,

                ove scorge per di dietro un uomo a ginocchi che pregava Iddio
                colla  faccia  fra  le  mani.  La  luce  era  languida  e  poca,  il  negro

                senza dir motto gli mostra la vittima, e gli accenna alzando il
                braccio  e  serrando  il  pugno,  di  dargli  dello  stocco  nella  gola.

                Lionello si avanza in punta di piè, si curva, gli tira un colpo alla
                carotide e ritira il ferro. Il misero si volge, corre colla mano alla

                ferita, alza gli occhi e dice – Lionello! tu?… Dio ti perdoni… Io
                ti perd… Cadde rovesciato e spirò. Lionello esterrefatto grida –

                Alfredo?… non ti conobbi».
                    Dopo aver fatto  fuori il  suo migliore  amico «[…]  Lionello,

                rotto ogni ritegno, fu micidiale di professione». Diventa cioè un

                killer  professionista  targato  squadra  e  compasso,  e  passa  di


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